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  • Domenica 13 luglio 2014

Cosa è successo domenica a Gaza

L'aviazione israeliana ha attaccato una zona urbana nel nord della Striscia e molti palestinesi hanno dovuto lasciare le loro case: intanto le persone uccise sono più di 160

An Israeli soldier prays on the top of a tank near the Israel and Gaza border, Sunday, July 13, 2014. TIsrael briefly deployed ground troops inside the Gaza Strip for the first time early Sunday as its military warned northern Gaza residents to evacuate their homes, part of a widening offensive that has killed more than 160 Palestinians. (AP Photo/Tsafrir Abayov)
An Israeli soldier prays on the top of a tank near the Israel and Gaza border, Sunday, July 13, 2014. TIsrael briefly deployed ground troops inside the Gaza Strip for the first time early Sunday as its military warned northern Gaza residents to evacuate their homes, part of a widening offensive that has killed more than 160 Palestinians. (AP Photo/Tsafrir Abayov)

Intorno a mezzogiorno di domenica 13 luglio l’aviazione israeliana ha colpito una serie di edifici a Beit Lahia, una zona urbana nel nord della Striscia di Gaza. Secondo un portavoce dell’esercito, il 30 per cento di tutti i razzi sparati negli ultimi giorni contro Israele sono partiti proprio da questa zona, compresa una parte consistente dei razzi a lunga gittata, quelli in grado di colpire Tel Aviv e Gerusalemme. Per il momento non si conosce il numero dei morti o feriti.

Alcune ore prima degli attacchi, centinaia di palestinesi hanno abbandonato la zona in seguito agli annunci di un grosso attacco diffusi dall’esercito israeliano. Nelle prime ore di domenica 13 luglio, infatti, l’esercito israeliano aveva ordinato alla popolazione civile che abita nell’area di Beit Lahia, di abbandonare la zona entro mezzogiorno ora locale, le 11 italiane (le prime notizie di un ordine di evacuazione erano già circolate nella serata di sabato). Volantini lasciati cadere dagli aerei e telefonate alle persone che abitano nella case di Beith Lahia hanno avvertito la popolazione locale che dopo quell’ora la zona sarà colpita da una serie di attacchi aerei particolarmente violenti, ma di breve durata.

Le ragioni di questa iniziativa non sono chiare. Una fonte militare anonima intervistata dal giornale israeliano Jerusalem Post sostiene che l’attacco ha colpito alcuni bunker sotterranei utilizzati come centri di comando dalla leadership di Hamas e costruiti sotto grandi edifici abitati da molte persone. Secondo altre fonti, nelle zona di Beit Lahia ci sarebbero le basi per i missili a lunga gittata che vengono lanciati contro la parte centrale di Israele.

Proprio in quell’area, nel corso della notte, è avvenuta anche la prima incursione via terra dell’esercito israeliano all’interno del territorio di Gaza. Nelle prime ora di domenica, un gruppo di soldati delle forze speciali israeliane ha attaccato un’installazione missilistica costiera, ha detto il portavoce dell’esercito. Quattro militari sono stati feriti in maniera leggera durante uno scontro a fuoco con miliziani di Hamas e una rampa per missili a lunga gittata è stata danneggiata.

Nel frattempo continuano anche gli attacchi aerei israeliani e i lanci di missili da parte delle varie milizie nelle Striscia di Gaza. Secondo fonti palestinesi, almeno 160 persone sono state uccise da martedì 8 luglio, nel corso di circa 1.300 attacchi aerei. Almeno 17 persone sono morte in un singolo attacco aereo compiuto contro l’abitazione di un leader di Hamas. Secondo Haaretz (se ne parla sul liveblog del giornale) l’attacco ha colpito l’edificio nello stesso momento in cui numerose persone stavano lasciando una moschea nelle vicinanze.

Nella giornata di sabato l’aviazione israeliana ha compiuto circa 200 attacchi: la serie di bombardamenti più violenti dall’inizio dell’operazione. Nelle stesse ore 90 razzi e colpi di artiglieria sono stati sparati da Gaza contro Israele. Nella città costiera di Ashkelon un missile ha causato un ferito grave. Domenica, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato a proposito dell’offensiva in corso: «Non sappiamo quando questa operazione finirà: potrebbe richiedere molto tempo. Continueremo con l’offensiva a Gaza fino a che non avremo ristabilito la tranquillità».