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  • Mercoledì 22 gennaio 2014

La caccia annuale dei delfini di Taiji

Un piccolo paese giapponese ogni anno uccide e cattura in modo violento decine di delfini, «per tradizione», ogni volta tra grandi contestazioni

In this Sunday, Jan. 19, 2014 photo provided by Sea Shepherd Conservation Society Tuesday, Jan. 21, 2014, fishermen on boats catch bottlenose dolphins during the selection process in Taiji, western Japan. Japanese fishermen have finished killing some of the 250 dolphins trapped recently in what activists say was the biggest roundup they have witnessed in the last four years. Sea Shepherd, best known for its anti-whaling activities, said the fishermen first selected 52 dolphins to keep alive for sale to aquariums and other customers. (AP Photo/Sea Shepherd Conservation Society) NO SALES
In this Sunday, Jan. 19, 2014 photo provided by Sea Shepherd Conservation Society Tuesday, Jan. 21, 2014, fishermen on boats catch bottlenose dolphins during the selection process in Taiji, western Japan. Japanese fishermen have finished killing some of the 250 dolphins trapped recently in what activists say was the biggest roundup they have witnessed in the last four years. Sea Shepherd, best known for its anti-whaling activities, said the fishermen first selected 52 dolphins to keep alive for sale to aquariums and other customers. (AP Photo/Sea Shepherd Conservation Society) NO SALES

Martedì 21 gennaio almeno 30 delfini sono stati uccisi a Taiji, un paese a circa 190 chilometri a sud di Osaka, in Giappone. Secondo Reuters, una tradizione del paese prevede che una volta all’anno molti delfini vengano intrappolati in una baia, per essere poi uccisi a gruppi oppure catturati e rivenduti a parchi marini. Da circa sei giorni almeno duecento delfini sono intrappolati nella baia di Taiji. La pesca annuale di Taiji è stata raccontata nel documentario “The Cove”, diretto da Louie Psihoyos, che nel 2010 vinse l’Oscar per il miglior documentario.

I delfini selezionati per essere uccisi vengono immobilizzati e legati a una corda, per impedirgli di scappare. In seguito, secondo un’attivista dell’associazione animalista Sea Shepherd, «vengono infilzati con una barra di metallo affinché sia danneggiato il loro midollo spinale: perdono molto sangue, soffocano e quindi muoiono». A causa di questa pratica negli ultimi giorni gli ambasciatori del Regno Unito e degli Stati Uniti hanno criticato il governo giapponese, che si è difeso spiegando che si tratta di «una forma di pesca tradizionale».

Yoko Ono, celebre artista e musicista giapponese, ha scritto una lettera agli abitanti di Taiji per chiedergli di interrompere la pesca annuale dei delfini. Ono spiega che «il Giappone è circondato da molte nazioni che sono sempre in cerca di occasioni per indebolire il nostro potere […], e quello che fate con i delfini può causare una pessima relazione del Giappone col mondo intero».