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  • Martedì 14 gennaio 2014

Come vanno i guai di Christie

Peggio: ora il governatore del New Jersey deve affrontare anche un'inchiesta su come spese i soldi per Sandy (per autopromuoversi?)

FORT LEE, NJ - JANUARY 09: New Jersey Gov. Chris Christie shakes hands with residents after leaving the Borough Hall in Fort Lee where he apologized to Mayor Mayor Mark Sokolich on January 9, 2014 in Fort Lee, New Jersey. According to reports Christie's Deputy Chief of Staff Bridget Anne Kelly is accused of giving a signal to the Port Authority of New York and New Jersey to close lanes on the George Washington Bridge, allegedly as punishment for the Fort Lee, New Jersey mayor not endorsing the Governor during the election. (Photo by Spencer Platt/Getty Images)
FORT LEE, NJ - JANUARY 09: New Jersey Gov. Chris Christie shakes hands with residents after leaving the Borough Hall in Fort Lee where he apologized to Mayor Mayor Mark Sokolich on January 9, 2014 in Fort Lee, New Jersey. According to reports Christie's Deputy Chief of Staff Bridget Anne Kelly is accused of giving a signal to the Port Authority of New York and New Jersey to close lanes on the George Washington Bridge, allegedly as punishment for the Fort Lee, New Jersey mayor not endorsing the Governor during the election. (Photo by Spencer Platt/Getty Images)

Il governatore del New Jersey e probabile candidato repubblicano alle prossime elezioni presidenziali statunitensi, Chris Christie, sta ancora passando un momento particolarmente complicato, dopo lo scandalo del George Washington Bridge, ed è atteso da un importante discorso col quale tenterà di rilanciare la sua immagine.

Lo scandalo riguardava la decisione di bloccare per quattro giorni lo scorso settembre il traffico del George Washington Bridge, il ponte che collega Manhattan al New Jersey. Le email scambiate dallo staff di Christie, pubblicate dalla stampa, mostrano come l’amministrazione del New Jersey decise di chiudere due corsie per danneggiare politicamente il sindaco di Fort Lee, che non aveva appoggiato la rielezione di Christie a governatore nel novembre 2013. In sintesi: hanno fatto chiudere un ponte per creare appositamente ingorghi e traffico, per danneggiare politicamente un avversario (nell’email più famosa Bridget Anne Kelly, vicecapo dello staff di Christie, scrive: «È ora che ci siano problemi di traffico a Fort Lee»). La decisione trasformò il ponte in una specie di parcheggio a cielo aperto, impedendo il traffico anche alle ambulanze.

Christie ha detto di essere all’oscuro di tutto, ha definito il comportamento del suo staff «inaccettabile», si è scusato a lungo e ha licenziato Bridget Anne Kelly, accusandola di «stupidità» e di avergli mentito. Christie ha negato perentoriamente di aver avuto qualcosa a che fare con la decisione di chiudere il ponte per ragioni politiche, dicendo che il suo staff gliel’aveva presentata come una decisione dell’autorità sui trasporti del New Jersey allo scopo di fare degli studi sul traffico. La sua posizione categorica, secondo gran parte degli osservatori, lo ha messo momentaneamente al riparo: se ha detto la verità, lo scandalo potrebbe rientrare nel giro delle prossime settimane (sebbene tornerà inevitabilmente fuori in caso di candidatura alle presidenziali); se invece Christie ha mentito su qualcosa, la sua carriera politica sarebbe praticamente finita.

Le cose per Christie sono complicate non solo dall’indagine che è stata aperta sulla chiusura del ponte, ma anche da un’ulteriore inchiesta emersa nelle ultime ore riguardo l’utilizzo di alcuni fondi destinati alla ricostruzione dopo il passaggio della tempesta Sandy sul New Jersey. Parte dei fondi pubblici era destinata a una campagna per il rilancio del turismo nel New Jersey ma, una volta messa in piedi una gara per scegliere a che società di comunicazione affidarla, lo stato scelse una proposta due milioni di dollari più costosa della più conveniente. La proposta scelta aveva effettivamente qualcosa di diverso: nei suoi spot c’era Christie. Molti lo accusarono di aver utilizzato per scopi personali e per la propria immagine i fondi per la ricostruzione; di aver usato soldi pubblici per degli spot che promuovono se stesso più che il New Jersey. L’inchiesta dovrà chiarire se l’assegnazione della gara è stata regolare.

In tutto questo, tra lo scandalo del ponte e quello degli spot, Christie rivolgerà oggi al Congresso statale il suo discorso sullo stato dello stato (la versione locale dello “stato dell’unione”). Parti del discorso sono già state anticipate alla stampa: Christie auspicherà un nuovo spirito di collaborazione tra democratici e repubblicani e rivendicherà i risultati ottenuti nei suoi primi quattro anni da governatore, ma non potrà fare a meno di occuparsi nuovamente dello scandalo sul ponte e dell’inchiesta sui fondi per Sandy. Il problema di Christie è che la sua forza fin qui è stata essere visto come un moderato, uno “eleggibile”, gradito anche ai democratici, a costo di non essere popolarissimo tra i repubblicani più estremisti: i fatti di questi giorni rischiano di mostrarlo non molto diverso dagli altri repubblicani, “un bullo”, agli occhi degli elettori indipendenti e democratici. Inoltre Christie è un personaggio che gode ancora di una limitata notorietà nazionale, per quanto gli appassionati di politica lo seguano da tempo: la maggior parte delle persone negli Stati Uniti conosce Christie solo superficialmente – specie per il fatto che è in sovrappeso – e rischia di sentir parlare per la prima volta di lui per via di una storia così sgradevole, e associarla a lungo al suo personaggio.

foto: Spencer Platt/Getty Images