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  • Lunedì 16 dicembre 2013

Un’altra enorme manifestazione a Kiev

Le foto delle proteste di domenica in Piazza dell'Indipendenza: intanto l'UE ha sospeso i lavori per l'accordo commerciale e il presidente dell'Ucraina domani andrà in Russia

Pro-European Union activists gather during a rally in Independence Square in Kiev, Ukraine, Sunday, Dec. 15, 2013. About 200,000 anti-government demonstrators converged on the central square of Ukraineís capital Sunday, a dramatic demonstration that the oppositionís morale remains strong after nearly four weeks of daily protests. (AP Photo/Sergei Grits)
Pro-European Union activists gather during a rally in Independence Square in Kiev, Ukraine, Sunday, Dec. 15, 2013. About 200,000 anti-government demonstrators converged on the central square of Ukraineís capital Sunday, a dramatic demonstration that the oppositionís morale remains strong after nearly four weeks of daily protests. (AP Photo/Sergei Grits)

Domenica 15 dicembre centinaia di migliaia di persone hanno partecipato a una nuova grande manifestazione in Piazza dell’Indipendenza a Kiev, in Ucraina, contro il governo e il presidente Victor Yanukovich, accusati di voler riavvicinare l’Ucraina alla Russia allontanandola dall’Europa. In Piazza dell’Indipendenza, oltre alle bandiere dell’Ucraina, si sono viste molte bandiere dell’Unione Europea e quelle dei principali partiti di opposizione, promotori delle manifestazioni.

Sabato 14 dicembre, a poche centinaia di metri da piazza dell’Indipendenza, circa 60 mila persone provenienti da diverse regioni dell’Ucraina – alcune delle quali hanno ammesso di essere state pagate per partecipare – hanno invece manifestato a sostegno del presidente Yanukovych.

Dal grande palco montato dagli attivisti pro-UE ha parlato anche il senatore statunitense John McCain – ex candidato repubblicano alla presidenza, esperto di politica estera – assicurando il sostegno degli Stati Uniti ai manifestanti. All’inizio della giornata McCain aveva incontrato i leader dell’opposizione e Yevgenia Tymoshenko, la figlia dell’ex primo ministro Yulia Tymoshenko, che è in qualche modo coinvolta nelle proteste di questi giorni: l’Unione Europea aveva infatti vincolato la sua disponibilità a concludere un importante accordo commerciale con l’Ucraina alla liberazione di Tymoshenko, in carcere dal 2011 al termine di un processo molto controverso. Il 21 novembre il Parlamento ucraino ha bocciato una legge che avrebbe permesso la liberazione di Tymoshenko per permetterle di curare all’estero un grave problema alla colonna vertebrale.

Le proteste nel paese sono iniziate dopo che il 21 novembre scorso il governo aveva deciso di sospendere il processo di preparazione per la firma di un importante accordo di libero scambio con i paesi dell’Unione Europea che avrebbe dovuto essere firmato il 28-29 novembre durante la riunione in programma a Vilnius, in Lituania. La questione dei legami dell’Ucraina con la Russia e del suo avvicinamento all’Unione Europea è una delle più importanti e delicate per il paese da molto tempo. 

Intanto l’Unione Europea ha deciso di sospendere temporaneamente il lavoro sul possibile accordo e ha respinto gli argomenti del governo di Kiev, che chiede impegni economici sostanziosi all’Europa per chiudere l’intesa. Il commissario per l’Allargamento dell’UE, Stefan Fuele, ha scritto su Twitter che ulteriori discussioni sull’accordo commerciale erano condizionati da un chiaro impegno di Kiev alla firma. La risposta dall’Ucraina non è ancora arrivata. Il primo ministro Mykola Azarov ha fatto sapere attraverso il suo portavoce che il governo «intende proseguire i negoziati con l’UE» ma martedì 17 dicembre il presidente Yanukovich andrà a Mosca: probabilmente per discutere, così almeno teme l’opposizione, dell’adesione del paese a un accordo commerciale con la Russia, un’unione doganale i cui vantaggi economici sarebbero comunque molto inferiori a quelli di cui potrebbe beneficiare il paese collaborando con l’Europa.

Sabato 14 dicembre, in un gesto di conciliazione con i manifestanti, il presidente Yanukovich ha rimosso dai loro incarichi il sindaco di Kiev e il vice segretario del Consiglio per la Sicurezza e la Difesa ucraina, accusati di avere ordinato la dispersione violenta dei manifestanti nella capitale il 30 novembre scorso, in cui erano rimaste ferite decine di persone tra cui molti studenti.