E la Grecia?

Oggi ha approvato la finanziaria, dovrebbe tornare a crescere nel 2014 e attende lo sblocco di un nuovo prestito da quasi 6 miliardi di euro

Domenica 8 dicembre il parlamento greco ha approvato con 153 voti su 300 la legge finanziaria per il 2014. La legge è stata votata da tutti i deputati della maggioranza tranne uno. Hanno votato contro 142 deputati, tra cui quelli di SYRIZA, il principale partito di opposizione.

La manovra prevede nuovi tagli per 3,1 miliardi di euro e nuove entrate per 2,5 miliardi. Secondo il governo, con questa manovra per la prima volta la Grecia tornerà ad avere un avanzo primario, cioè le entrate saranno superiori alle uscite prima di conteggiare la spesa per interessi (in sostanza i pagamenti sul debito già esistente). L’avanzo primario dovrebbe essere di 2,8 miliardi di euro, l’1,6 per cento del PIL.

Sempre secondo le previsioni del governo, condivise anche da diversi organismi internazionali, come il Fondo Monetario Internazionale, nel 2014 l’economia greca tornerà a crescere. Il PIL dovrebbe aumentare dello 0,6 per cento. Si tratta di un incremento ridotto, ma importante – almeno simbolicamente – per un paese che arriva da sei anni consecutivi di recessione.

Si tratta comunque di una ripresa ancora molto timida e incerta su cui molti analisti e commentatori esprimono scetticismo. Negli ultimi sei anni il PIL della Grecia è crollato del 23 per cento e il paese ha ancora un tasso di disoccupazione del 27 per cento (che però, dall’anno prossimo, dovrebbe cominciare a diminuire).

Tsipras, Il leader di SYRIZA, il principale partito di sinistra che al momento si trova all’opposizione, ha dichiarato che l’approvazione della finanziaria significa continuare a percorrere «la strada della distruzione della Grecia». Tsipras ha anche dichiarato che l’unica soluzione alla crisi è una ristrutturazione del debito greco, cioè, in sostanza, un default totale o parziale del suo debito pubblico.

Prima del voto sulla finanziaria il primo ministro Antonis Samaras ha dichiarato che la Grecia è arrivata ad un “momento storico”, cioè l’uscita dalla crisi, e che si appresta a ritornare “un paese normale”. Alla fine del suo discorso ha citato Nelson Mandela, il leader sudafricano morto giovedì 5 dicembre, dichiarando che: «Sembra sempre impossibile finché non è fatto».

Con questa manovra, il governo ha ottenuto l’autonomia necessaria a pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici almeno fino a febbraio 2014. Si tratta di un fatto importante, considerato che il 29 novembre un prestito di 5,9 miliardi di euro è stato bloccato dai negoziatori della cosiddetta “troika” (cioè la delegazione formata da inviati della Commissione Europea, della BCE e dell’FMI) in attesa di avere maggiori chiarimenti da parte del governo greco sui piani di riforma e privatizzazione. La notizia ha avuto molta risonanza in Grecia ed è stata molto discussa negli ultimi giorni sui media.

La prossima settimana un gruppo “tecnico” di rappresentanti della troika, cioè non autorizzato a sbloccare il prestito ma soltanto a verificare se siano presenti le condizioni opportune, si incontrerà con il governo greco. Un gruppo di negoziatori ufficiali dovrebbe arrivare in Grecia nel gennaio 2014 e concludere l’accordo prima di febbraio, quando il governo greco finirà il denaro con cui pagare servizi e stipendi.