Quanto ricavano gli artisti con Spotify

All’inizio della settimana Spotify, il sistema per ascoltare la musica in streaming, ha messo a disposizione degli artisti e dei produttori un nuovo servizio per avere statistiche e dati più approfonditi sulla resa delle loro canzoni. Il sito dedicato contiene anche consigli e suggerimenti per usare meglio gli strumenti per far conoscere le nuove canzoni e fa parte di una serie di iniziative che Spotify ha messo insieme, negli ultimi mesi, per far conoscere e diffondere il suo servizio e ottenere in questo modo nuovi fondi e finanziamenti.

Per gli iscritti, Spotify può essere gratuito o a pagamento: nel primo caso è possibile ascoltare la musica solo da computer e con periodiche interruzioni pubblicitarie, nel secondo si pagano 9,99 euro al mese per ascoltare tutta la musica che si vuole anche da dispositivi mobili e con la possibilità di scaricarla per ascoltarla offline (c’è una soluzione intermedia da 4,99 euro al mese per accedere alle canzoni solo da computer, ma senza pubblicità).

Artisti e produttori dei dischi ricevono un compenso per ogni ascolto che viene effettuato su Spotify. La società che lo gestisce trattiene per sé il 30 per cento dei ricavi, mentre gira il restante 70 per cento a chi possiede i diritti della canzone. Gli artisti che non hanno un editore prendono tutto il 70 per cento, mentre quelli con uno o più editori si spartiscono la cifra sulla base degli accordi che hanno assunto tra loro.

In media una canzone su Spotify frutta 0,007 dollari: ci sono comunque oscillazioni e si va da 0,006 dollari a 0,0084 dollari. Sulla base di questi dati, il sito Rockit ha provato a ricostruire quanto guadagnano alcuni dei principali cantanti italiani (e i loro editori) grazie agli ascolti degli utenti su Spotify. L’elenco comprende 40 canzoni di altrettanti cantanti, tra le più ascoltate e rappresentative dei diversi generi musicali disponibili sul servizio (quindi occhio: non è una classifica delle 40 canzoni più ascoltate).