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  • Mercoledì 6 marzo 2013

Storia di Hugo Chávez

È stato il primo leader sudamericano "diverso", ha governato con "tutto l'armamentario dell'autoritarismo populista", racconta Rocco Cotroneo sul Corriere

(JORGE UZON/AFP/Getty Images)
(JORGE UZON/AFP/Getty Images)

Rocco Cotroneo racconta sul Corriere della Sera la storia, le posizioni politiche e i cambiamenti realizzati in Venezuela da Hugo Chávez, il «primo animale politico “diverso”» emerso in Sudamerica «dopo la fine delle dittature e un decennio di consolidamento della democrazia». Chávez è morto martedì di cancro, aveva 58 anni ed era malato dal 2011.

Quando spuntò per la prima volta tra le notizie come il tenente colonnello dei parà che aveva vinto le elezioni presidenziali in Venezuela, era il dicembre del 1998, Hugo Chávez Frias suscitò immediato interesse. Era il primo animale politico «diverso» che emergeva in Sudamerica dopo la fine delle dittature e un decennio di consolidamento della democrazia. Rompeva una serie di leader tutti simili, fedeli in economia alle ricette liberiste e in politica all’amicizia con gli Stati Uniti, di bella presenza e distanti a parole dal recente passato.

Chávez era qualcos’altro, già dalle presentazioni. Sei anni prima, nel 1992, appena 38enne, aveva tentato di abbattere con un colpo di Stato il presidente Carlos Andrés Pérez. Fuori dal Venezuela la notizia era passata quasi inosservata. Venne bollato come un golpe folcloristico, fuori dal tempo, tanto che lo stesso ideatore non venne eccessivamente punito: due anni di galera e poi la libertà. Alle presidenziali del 1998, più che il suo ritorno da competitor democratico, all’inizio fece scalpore la candidatura della bionda ex miss Universo, Irene Sáez.

Per il Venezuela la prima vittoria elettorale di Chávez fu comunque traumatica. Rompeva il consociativismo tra due partiti corrotti (Ad e Copei) che si spartivano il potere da decenni in un Paese seduto su un mare di petrolio. Il Venezuela aveva conosciuto una certa ricchezza negli anni 60 e 70, dopo aver attratto nel dopoguerra centinaia di migliaia di emigranti italiani, ma stava ormai scivolando verso i peggiori cliché latinoamericani: corruzione, povertà e diseguaglianze sociali, politica piegata agli interessi dei poteri economici.

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Foto: JORGE UZON/AFP/Getty Images