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  • Mercoledì 30 maggio 2012

Le città del terremoto

Storia, informazioni e vite dei posti di cui vediamo le rovine da una settimana

Cento, Mirandola, Finale Emilia, Cavezzo: sono i nomi di una serie di cittadine che a guardare la cartina si vedono disposte intorno a una linea est-ovest tra Ferrara e la provincia settentrionale di Modena. Ma bisogna guardare la cartina, oppure abitare in quei dintorni, in quelle province. Altrimenti questi nomi, al resto degli italiani, evocavano poco e rare e occasionali citazioni, fino alla settimana scorsa: quando il terremoto emiliano li ha colpiti la prima volta – e di nuovo martedì – rendendo familiari a tutti le immagini di pietre a terra, macerie e ruspe, chiese scoperchiate, e i nomi, nelle sovrimpressioni dei collegamenti dei telegiornali. Però questi paesi sono anche altro, anzi sono altro, con i loro secoli di storia, le persone che ci hanno vissuto finora e ci vivranno ancora, le cose simili e quelle originali di ogni provincia italiana. E abbiamo provato a raccontare, intorno alle macerie, al numero dei morti, e ai nomi in sovrimpressione, qualcosa di più: potrebbero essere la nostra città, e nessuna città è qualsiasi.

Cavezzo
È un comune in provincia di Modena e conta circa 7.350 abitanti e ha una estensione di 26 chilometri quadrati. L’origine del suo nome non è del tutto certa: secondo alcuni deriva dalla radice “cave” (cavità), che ben descrive il suo territorio pieno di dossi e spesso inondato dal fiume Secchia; secondo altri, deriva invece dalla parola “cavedium”, termine utilizzato per indicare uno spazio cintato da mura. La città nel corso dei secoli ha subito l’influenza di diversi potentati, dai longobardi fino all’ottavo secolo alla casata estense fino al periodo napoleonico e l’autonomia del comune fu raggiunta nel Risorgimento. Gli edifici più antichi della zona risalgono comunque a un periodo non anteriore al XVII secolo.

La città è amministrata dal sindaco di centrosinistra Stefano Draghetti, al suo secondo mandato. La Polisportiva Cavezzo è la principale squadra di calcio della città e gioca nel girone H di Seconda Categoria. Nevruz, il concorrente di X Factor arrivato terzo nell’edizione del 2010, è originario della zona. Sul territorio della città c’è l’Osservatorio astronomico Geminiano Montanari, costruito nella seconda metà degli anni Settanta in collaborazione con il comune, che ne detiene la proprietà. L’asteroide 13145 scoperto dall’osservatorio nel 1995 è stato chiamato Cavezzo in onore della città.

Mirandola
È una città del modenese di circa 24.500 abitanti e si estende per 137 chilometri quadrati. Il suo territorio un tempo era occupato da ampie paludi e acquitrini, sottoposti più volte a processi di bonifica avviati già in epoca romana. I primi a insediarsi nella zona furono gli etruschi, ma per parlare di un insediamento autonomo e consistente occorre attendere l’XI secolo. Dal 1310 divenne la città più importante della Signoria dei Pico, famiglia nobiliare conosciuta principalmente per Pico della Mirandola, umanista e filosofo italiano molto noto del Quattrocento. La città passò al dominio estense nei primi anni del Settecento.

Il declino di Mirandola iniziò nel 1714, quando un fulmine fece esplodere la polveriera della città, distruggendo il castello che costituiva la Reggia dei Pico. Alla decadenza contribuirono anche le guerre di successione al potere e il degrado di diversi palazzi dell’abitato. In epoca risorgimentale, la popolazione che ormai nutriva un particolare astio verso il governo estense partecipò con convinzione al processo di unificazione nazionale. Nel 1860 Mirandola divenne comune della provincia di Modena, passaggio che fu accompagnato dalla costruzione di nuovi edifici e dall’istituzione di nuovi servizi pubblici.

La storia di Mirandola è ricordata da diversi monumenti ed edifici in città come il palazzo del Comune del Quattrocento sottoposto a diversi rimaneggiamenti, l’Oratorio della Madonna della Porta, la chiesa del Gesù e la chiesa di San Francesco d’Assisi. Oltre a Pico della Mirandola, di personaggi storici noti tra il XV e il XVI secolo in città nacquero il filosofo aristotelico Antonio Bernardi e il pittore Dosso Dossi. Giovanni Tabacchi, uno dei patrioti che partecipò alla spedizione dei Mille, nacque a Mirandola nel 1838. In tempi più recenti, è stata la città di origine di diversi calciatori come Matteo Melara, Fernando Benatti, Oreste Benatti e Nunzio Cavazza.

Grazie all’iniziativa del farmacista Mario Veronesi, a partire dagli anni Sessanta a Mirandola si è sviluppato un intero distretto industriale, specializzato nella ricerca e costruzione di apparecchiature e prodotti usa e getta in campo medico. Il distretto biomedicale di Mirandola è uno dei più importanti poli manifatturieri dell’Emilia, occupa circa 15mila persone e produce ricavi per 3,6 miliardi di euro. I terremoti hanno messo a dura prova la zona e molte aziende hanno dovuto sospendere le loro produzioni. Nell’area del distretto industriale sono morte cinque persone a causa dei crolli dei capannoni.

San Felice sul Panaro
Si estende su una superficie di circa 51,5 chilometri quadrati in provincia di Modena e conta 11.135 abitanti. I primi insediamenti risalgono al periodo delle terramare, i villaggi dell’età del bronzo, mentre le operazioni di bonifica e messa in ordine del territorio iniziarono solo secoli dopo in epoca romana. Nel periodo delle invasioni barbariche (166 – 476) a San Felice fu eretto un piccolo forte a scopo difensivo che fu progressivamente ingrandito e rinforzato, fino a diventare un castello con fossato e cinta muraria. Dopo essere stato feudo di Matilde di Canossa, San Felice passò sotto il dominio degli Este. In epoca rinascimentale la città fu devastata dalle invasioni spagnole e francesi e il centro abitato si riprese pienamente solo nel diciannovesimo secolo, quando si affermò come uno dei principali centri commerciali e agricoli nella zona di Modena. Ancora oggi, l’economia di San Felice è basata principalmente sull’allevamento e l’agricoltura. L’industria è comunque presente e beneficia, almeno in parte, del polo industriale biomedicale di Mirandola.

La Rocca Estense, fortemente lesionata dal terremoto, era uno dei simboli della città con le sue quattro torri angolari. Altro simbolo della città era la Torre dell’Orologio, che ha subito crolli a causa delle scosse di terremoto di ieri. La città è anche nota per essere stata il luogo di nascita di Carlo Bergamini, l’ammiraglio italiano che morì nell’affondamento della nave da battaglia Roma da parte dell’aviazione tedesca dopo l’armistizio dell’8 settembre nella Seconda guerra mondiale. A San Felice sul Panaro ieri sono morte tre persone a causa di alcuni crolli presso l’azienda Meta.

Concordia sulla Secchia
È un comune di circa novemila abitanti con una estensione di 41 chilometri quadrati nell’estremo nord della provincia di Modena, a pochi chilometri dal confine con la Lombardia. La città è attraversata dal fiume Secchia e conta molti canali per l’irrigazione nel proprio territorio.

Occupata inizialmente dai Celti, la zona fu poi utilizzata in epoca romana per alcuni insediamenti. A partire dal quattordicesimo secolo, e per circa quattro secoli, Concordia fece parte della signoria dei Pico. Nell’area furono costruiti numerosi mulini fluviali, che sostennero buona parte dell’economia locale per secoli. Il paese subì grandi danni in seguito alle operazioni militari volute da papa Giulio II nel Cinquecento e in seguito fu al centro delle continue lotte per il potere dei Pico. Nel Settecento passò sotto il dominio estense e nell’Ottocento partecipò attivamente al processo di unificazione nazionale.

I mulini continuano a essere uno dei simboli del paese. La “Passeggiata dei Mulini” lungo gli argini del Secchia consente di vedere diversi edifici storici e di avere un panorama del centro di Concordia. La chiesa di San Paolo del XVI secolo ha dipinti del pittore modenese Adeodato Malatesta, mentre la chiesa di Santa Caterina ha un soffitto a cassettoni del XVI – XVII secolo. In seguito alle nuove scosse di ieri, il centro storico è stato chiuso per il timore di nuovi crolli. Nel paese ieri è morto un uomo a causa del crollo di un comignolo per strada.

Finale Emilia
A Finale vivono 16mila persone in una porzione di territorio con una estensione di 104 chilometri in provincia di Modena. È il comune più a oriente della provincia e dista circa 42 chilometri dal capoluogo. I primi insediamenti in zona risalgono all’età del bronzo e l’area, strategicamente importante, fu occupata in epoca romana a partire dal secondo secolo. Per la nascita ufficiale dell’abitato occorre invece spostarsi in avanti di un millennio: nel 1213 gli abitanti di Ponteduce si unirono ai soldati dell’accampamento militare di Finale, cosa che portò alla fondazione del comune vero e proprio, che fu poi legato al dominio estense. La città rimase sotto il controllo degli Estensi, a parte un breve passaggio napoleonico, fino alla sua incorporazione nel Regno d’Italia.

Il lungo dominio estense è testimoniato dal Castello delle Rocche, costruito con il tipico corpo a quadrilatero e relative torri. Il cortile è costituito da un notevole loggiato. Parte della struttura è crollata ed è stata lesionata dal terremoto del 20 maggio scorso. Finale Emilia è diventato conosciuto in tutto il mondo per la foto della sua Torre dell’Orologio (Torre dei Modenesi) rimasta in piedi a metà dopo la prima forte scossa del 20 maggio. La parte restante della costruzione è crollata in seguito a un secondo violento terremoto sempre nella stessa giornata.

Nella zona ci sono diverse aziende che producono prodotti in ceramica, alcune hanno subito gravi danni a causa del terremoto e hanno dovuto sospendere o rallentare la produzione. Ieri una persona è morta a causa del terremoto.

Cento
È in provincia di Ferrara, conta circa 35mila abitanti e si estende per 64 chilometri quadrati. Il suo territorio è pianeggiante e denso di corsi d’acqua, che lo rendono una zona ideale per l’agricoltura. La città è sostanzialmente equidistante da Ferrara, Bologna e Modena. Un tempo quelle terre erano invase dalle acque e la zona era molto pescosa, non a caso sullo stemma di Cento c’è un crostaceo. La città fu separata da Pieve di Cento verso la fine del XIV secolo. Dopo un breve periodo di cessione ai Borgia nel Cinquecento, tornò sotto il dominio dello Stato Pontificio e a metà Settecento fu elevata a rango di città. Partecipò ai processi di unificazione nazionale in epoca risorgimentale.

Cento ha un impianto medievale con portici lungo le vie principali del centro. Nella Pinacoteca Civica ci sono diversi quadri del Guercino, che trascorse buona parte della propria vita nella zona. Tra gli edifici storici ci sono il Palazzo del Governatore e l’antica Rocca, dove si organizzano manifestazioni durante il periodo estivo. Oltre all’agricoltura, ci sono diverse aziende meccaniche come la VM Motori, specializzata nella produzione dei motori diesel. A Cento ci sono cinque squadre di calcio: tre che giocano nel Girone C di Promozione, una nel Girone F di Prima Categoria e un’altra nel Girone A ferrarese di Terza Categoria.

Sant’Agostino
Ha 6.750 abitanti, una estensione di 35 chilometri quadrati e si trova in provincia di Ferrara. Il paese fino al 1767 si trovava in prossimità del vecchio argine del Reno ed era sottoposto a frequenti inondazioni, che rendevano anche difficile la coltivazione dei campi nel suo territorio. La modifica del percorso del fiume consentì al paese di stabilizzare la propria economia, basata principalmente sulle colture intensive. Ancora oggi la zona è tra le più floride dell’intera provincia di Ferrara. Nell’area industriale di Sant’Agostino sono morte quattro persone a causa dei terremoti dei giorni scorsi e una porzione del palazzo comunale, in centro, è crollata.

Rovereto sulla Secchia
È una frazione di Novi di Modena, conta quasi 4mila abitanti e si estende su una superficie di otto chilometri quadrati. Il nome del paese compare in alcuni documenti a partire dalla fine del nono secolo. Nell’undicesimo secolo la zona era conosciuta per un grande accampamento militare a difesa del territorio, che confinava con il reggiano. Dopo diversi passaggi di potere, Rovereto fu a lungo sotto il dominio dei Pico tra XV e XVI secolo e passò poi sotto il controllo estense. Divenne per la prima volta frazione di Novi durante il periodo napoleonico e poi definitivamente nel Risorgimento durante il processo di unificazione.

La chiesa di Santa Caterina di Alessandria risale alla seconda metà del XV secolo ed è uno degli edifici storici più importanti del paese. La costruzione è parzialmente crollata in seguito al terremoto di ieri. Il parroco, don Ivan Martini, è morto sotto le macerie perché si è attardato mentre stava eseguendo un sopralluogo con alcuni vigili del fuoco. Nel paese c’è anche il Palazzo Estense (Palazzo delle Lame), costruito in epoca prerinascimentale.

Medolla
È un comune di circa 6.300 abitanti in provincia di Modena e si estende per 27 chilometri quadrati. Il suo nome deriva probabilmente dalla parola “Medulla”, una storpiatura del termine “midolla”, che veniva usato per indicare le abitazioni costruite con la paglia nella zona, prima che fosse bonificata. Le prime notizie su Medolla risalgono al 776, anno in cui Carlo Magno donò alcuni territori della zona all’abbazia benedettina di Nonantola, all’epoca un importante centro di potere. Trovandosi in un’area di confine, Medolla divenne un importante centro di scambi e seguì la storia e gli avvicendamenti al potere degli Estensi. Divenne comune in periodo risorgimentale.

La zona è particolarmente fertile e sono attive diverse aziende agricole, anche per la viticoltura del Lambrusco. Nella zona ci sono anche alcune imprese specializzate nella produzione di prodotti biomedicali, parte del vicino distretto industriale di Mirandola. Nel 2002 il paese fu inserito nella nuova mappa sismica del Servizio Sismico Nazionale con classificazione sismica 3, sismicità bassa. Nella zona ieri sono morte quattro persone, erano tutti operai della Haematronic.