Le operazioni per la rimozione della Costa Concordia

Inizieranno la prossima settimana, dureranno 12 mesi e costeranno circa 300 milioni di dollari

È stato presentato oggi in una conferenza stampa il progetto per la rimozione della Costa Concordia, la nave della Costa Crociere arenata dal 13 gennaio scorso a pochi metri di distanza dall’Isola del Giglio. Il recupero verrà gestito dalla Titan Salvage, società americana specializzata nel recupero delle grandi navi, e dalla Micoperi, azienda italiana specializzata invece nella costruzione di piattaforme petrolifere.

Per la rimozione erano stati presentati 6 progetti: un comitato tecnico di valutazione ha deciso per l’offerta della Titan Salvage e della Micoperi perché risponde maggiormente ai principali requisiti richiesti: rimozione intera del relitto, minor rischio possibile e minor impatto ambientale, salvaguardia delle attività turistiche ed economiche del’Isola del Giglio, massima sicurezza degli interventi.

I lavori
Inizieranno la prossima settimana, dureranno 12 mesi, costeranno circa 300 milioni di dollari (a carico della Costa e delle assicurazioni) e richiederanno la presenza di 300 operai. La base operativa, per evitare un impatto sulle attività del porto turistico dell’isola, sarà fuori dal Giglio vicino a Piombino dove verranno posizionati i macchinari e i materiali necessari per gli interventi. Durante la conferenza stampa, l’operazione («mai tentata prima») è stata definita «ciclopica».

Il progetto prevede 4 fasi
Inizialmente saranno eseguite delle trivellazioni propedeutiche nella roccia del fondale marino per capire quali tipi di pali (una sessantina) dovranno essere piantati. L’università La Sapienza di Roma eseguirà inoltre una mappatura: è infatti previsto che i materiali delle trivellazioni vengano tolti, preservati in superficie e poi ricollocati al termine dei lavori.

La seconda fase prevede la stabilizzazione della nave per evitare che scivoli sul fondo: verrà bloccata grazie alla costruzione di una piattaforma subacquea sorretta dai pali (una specie di ampliamento artificiale del piano d’appoggio della nave) e sarà assicurata da grossi tiranti.

Questa operazione dovrà essere conclusa entro il 31 agosto, data individuata come limite ultimo per evitare di correre rischi troppo grossi. Franco Gabrielli, capo della protezione civile, ha infatti spiegato: «Che la Concordia possa rompersi, deformarsi o scivolare sul fondo è la scoperta dell’acqua calda e nel novero delle possibilità nessuno può escludere che la nave possa scarrocciare sul fondo. Ma allo stato il pericolo non è imminente. Quel che è certo è che la nave non può stare così per lungo tempo e in ogni caso rappresenta un rischio per l’ambiente. Più passa il tempo e più aumentano i rischi».

Sul fianco sinistro della nave saranno posizionati dei cassoni metallici riempiti d’acqua per bilanciare il peso dello scafo semi-sommerso sul lato opposto. I cassoni, i tiranti e il fondale artificiale permetteranno alla nave di tornare a galleggiare.

L’ultima fase prevede lo svuotamento dei cassoni sul lato sinistro dall’acqua per raddrizzare la Concordia che resterà a galla e in asse grazie ad altre gabbie aggiunte sul lato destro (prima sommerso). Grazie a questo salvagente metallico la nave sarà trainata lontano dall’isola. Non è stato ancora individuato il porto italiano nel quale il relitto verrà portato per essere demolito. Nel video e nelle immagini, la simulazione delle operazioni:

L’ambiente
La protezione dell’ambiente avrà la massima priorità in tutte le fasi dei lavori. I due portavoce delle aziende che guideranno la rimozione hanno fatto sapere che «l’obiettivo è che non rimanga traccia del lavoro. Auspichiamo di poter salvare il 90 per cento della vegetazione presente sul fondale». Il capo della Protezione civile Franco Gabrielli ha detto che l’impatto ambientale «ci sarà», ma ha anche promesso «un monitoraggio fino al 2018 per controllare e verificare le condizioni dell’ecosistema e per accompagnare il ripristino delle condizioni del fondale marino il più possibile vicine alla situazione preesistente».

Gli indennizzi
Durante la conferenza stampa, il direttore generale della Costa Crociere Gianni Onorato ha fatto sapere che sul fronte degli indennizzi «ad oggi è stato raggiunto un accordo con il 64 per cento dei naufraghi, esclusi i feriti e i famigliari delle vittime».