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  • Martedì 7 febbraio 2012

Le Filippine il giorno dopo

Le foto del terremoto di ieri, mentre i soccorsi vanno a rilento e non si capisce quanti siano i morti: il governo dice 15, ma si parla di quasi 50

(TED ALJIBE/AFP/Getty Images)
(TED ALJIBE/AFP/Getty Images)

Non ci sono ancora notizie affidabili sulle persone coinvolte nel terremoto di magnitudo 6,7 che ha colpito ieri le Filippine. Ufficialmente, come riporta il sito del governo filippino, i morti sono 15, con 29 dispersi e 52 feriti. Ma a sentire diverse testimonianze, tra cui quelle di alti esponenti dell’esercito, le persone uccise dovrebbero essere molte di più, almeno 43, e molte decine di persone sarebbero ancora disperse. Il calcolo è ancora incerto perché alcune zone dell’isola di Negros, la più colpita dal terremoto, e di altre isole dell’arcipelago delle Visayas, sono rimaste completamente isolate. La corrente e le telecomunicazioni sono saltate, mentre molte strade e ponti sono impraticabili, tanto che i circa 400 soldati mandati dal governo nei luoghi di emergenza nelle ultime ore hanno dovuto fare decine di chilometri a piedi.

La situazione più grave, per il momento, pare essere a Guihulngan, una città con 180mila abitanti nella provincia del Negros Oriental, e in alcuni piccoli villaggi nei suoi dintorni, dove i morti accertati sono 13 (tra cui due bambini). Secondo un SMS del colonnello dell’esercito Francisco Zosimo Patrimonio nel comune di Palanas ci sarebbero almeno 29 morti, ma questa cifra non è stata confermata dal governo. A La Libertad circa cento edifici sarebbero stati sepolti dal fango di una grossa frana e anche a Tayasan è morta almeno una persona.

Dopo il terremoto nell’area ci sono state circa 700 scosse di assestamento, mentre l’allarme tsnunami lanciato nella mattinata di ieri dalle autorità filippine è rientrato dopo poche ore. Le Filippine fanno parte della cosiddetta “Cintura di fuoco”, un’area del Pacifico caratterizzata da frequenti terremoti (circa il 90 per cento dei terremoti mondiali avviene in questa fascia). Il terremoto di ieri sembra aver causato il peggior disastro del paese dopo il passaggio del tifone Washi dello scorso dicembre che aveva ucciso circa 1.200 persone. Nel 2004, invece, un terremoto che aveva colpito l’isola di Mindoro aveva ucciso 78 persone, mentre nel 1990 un sisma di magnitudo 7,7 aveva colpito l’isola di Luzon, sempre nelle Filippine, provocando la morte di circa 2mila persone.

nella foto, la città di Tayasan (TED ALJIBE/AFP/Getty Images)