L’uomo che ha inventato le copertine dei dischi

Si chiama Alex Steinweiss, ne ha fatte di bellissime

Il 18 luglio 2011 è morto all’età di 94 anni Alex Steinweiss, il graphic designer statunitense che ha inventato le copertine dei dischi in vinile. Fino agli anni Quaranta, infatti, le copertine dei dischi erano tutte uguali. Steinweiss fu il primo ad avere l’idea di personalizzarle con delle immagini artistiche, per illustrare e accompagnare la musica.

Nel 1939 Steinweiss, che aveva 22 anni, venne assunto dall’etichetta discografica Columbia Records e propose subito di disegnare le nuove copertine in modo originale. «Il modo in cui vendevano i dischi era ridicolo», ha raccontato Steinweiss in un’intervista del 1990 riportata dal New York Times. «Le copertine erano di carta marrone, marroncina, o verde. Non erano attraenti, non ti facevano venire voglia di comprarle». Nonostante i primi dubbi legati a un incremento dei costi, la Columbia gli diede via libera e nel 1940 Steinweiss, in qualità di direttore artistico, disegnò la prima copertina illustrata. Si trattava di un 78 giri con una collezione di canzoni di Rodgers e Hart, e la copertina raffigurava il tendone di un teatro dai titoli illuminati stagliato sul fondo di un vinile. Il disegno era reso più acceso dal contrasto dei colori usati, il nero, il bianco e l’arancione. L’idea di Steinweiss ebbe un enorme successo e in pochi mesi la Columbia aumentò di ben otto volte le vendite di dischi.

Steinweiss, che è nato a Brooklyn nel 1917 da genitori immigrati, ha inventato anche la confezione in cui vengono conservati i 33 giri. I 78 giri infatti venivano avvolti in una carta piuttosto pesante che rovinava la superficie degli Lp e la Columbia lo incaricò di inventare una copertina più adatta agli Lp, da poco lanciati sul mercato.

Per le sue copertine Steinweiss si è servito di immagini vivaci, disegni stilizzati, simboli, richiami alle opere d’arte e grafica innovativa. La sua opera, che comprende più di 25.000 copertine, è stata definita dai critici «musica per gli occhi». «Amo la musica da morire», diceva lo stesso Steinweiss, «e avevo l’ambizione di fare cose che andavano ben al di là di quel che mi pagavano. Volevo che le persone guardando le copertine potessero ascoltare la musica». Le opere di Steinweiss, che si è ritirato nel 1955, sono state raccolte in un volume curato dai grafici Kevin Reagan e Steven Heller.