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  • Martedì 5 luglio 2011

La vita a Dadaab, in Kenya

Fotografie da uno dei campi profughi più affollati del mondo, dove la settimana scorsa i rifugiati si sono scontrati con le forze dell'ordine

A young Somali girl who fled violence and drought in Somalia stands in line among adults outside a food distribution point in Dadaab refugee camp in northeastern Kenya on July 5, 2011. Dadaab, a complex of three settlements, is the world's largest refugee camp. Built to house 90,000 people and home to more than four times that number, it was already well over its maximum capacity before an influx of 30,000 refugees in the month of June. Upon arrival, the refugees find themselves tackling a chaotic system that sees new arrivals go days, even weeks, without food aid. "It still takes too much time for refugees to get proper assistance," Antoine Froidevaux, MSF's field coordinator in Dadaab told AFP. "The answer in terms of humanitarian aid is not satisfactory at all at the moment." 
 AFP PHOTO/Roberto SCHMIDT (Photo credit should read ROBERTO SCHMIDT/AFP/Getty Images)
A young Somali girl who fled violence and drought in Somalia stands in line among adults outside a food distribution point in Dadaab refugee camp in northeastern Kenya on July 5, 2011. Dadaab, a complex of three settlements, is the world's largest refugee camp. Built to house 90,000 people and home to more than four times that number, it was already well over its maximum capacity before an influx of 30,000 refugees in the month of June. Upon arrival, the refugees find themselves tackling a chaotic system that sees new arrivals go days, even weeks, without food aid. "It still takes too much time for refugees to get proper assistance," Antoine Froidevaux, MSF's field coordinator in Dadaab told AFP. "The answer in terms of humanitarian aid is not satisfactory at all at the moment." AFP PHOTO/Roberto SCHMIDT (Photo credit should read ROBERTO SCHMIDT/AFP/Getty Images)

Il campo profughi di Dadaab si trova nel nord-est del Kenya ed è uno dei più grandi al mondo: è attrezzato per ospitare 90.000 persone ma al momento ne accoglie oltre 370.000. Molte di loro provengono dalla vicina Somalia, che si trova a circa cento chilometri dal campo: soltanto nel 2011 più di 61.000 somali hanno attraversato il confine per fuggire dalle violenze, dalla siccità e dalla mancanza di cibo del loro paese e si sono rifugiati a Dadaab. Dal 6 giugno a ora i profughi somali arrivati nel campo sono stati 27.000.

Il campo è stato aperto nel 1998, copre una superficie di 50 chilometri quadrati ed è costituito da tre sottocampi più piccoli, quello di Hagadera, di Ifo e di Dagahaley.  È gestito dall’Agenzia dell’ONU per i rifugiati (UNHCR) insieme all’organizzazione umanitaria CARE, con l’aiuto di altre associazioni tra cui Medici senza frontiere. Nel 2008 è stato dichiarato inadeguato ad accogliere nuove persone e l’UNHCR ha iniziato ad ampliare e attrezzare il campo profughi di Ifo II, che si trova a dieci chilometri di distanza da Dadaab. Ora il nuovo campo è pronto, ci sono migliaia di tende, latrine, acqua potabile e una struttura sanitaria. Il governo però non ha ancora dato l’autorizzazione ad aprirlo, nonostante l’ordine dato alle organizzazioni umanitarie di ridimensionare il numero di profughi a Dadaab.

A Dadaab intanto le condizioni di vita dei profughi stanno degenerando rapidamente. Molti di loro non trovano spazio all’interno della struttura e decidono di accamparsi fuori dai suoi confini. Per loro, l’accesso ai servizi di base è molto complicato: molti non riescono ad avere abbastanza cibo e acqua, non vengono adeguatamente curati, e non usufruiscono delle latrine esponendosi facilmente alle malattie. Inoltre fuori dal campo non ricevono alcun tipo di protezione e sono esposti a qualsiasi violenza. Lo scorso venerdì alcuni poliziotti hanno cercato di demolire alcune abitazioni non regolamentate che si trovavano fuori dal campo e alcuni rifugiati hanno iniziato a protestare cercando di impedirglielo. A quel punto le forze dell’ordine hanno lanciato gas lacrimogeni e poi hanno iniziato a sparare, uccidendo due rifugiati e ferendone altri 13. Nel frattempo ogni giorno continuano ad arrivare a Dadaab almeno mille persone in cerca di un rifugio dalla Somalia: secondo una stima di Medici senza frontiere entro la fine del 2011 i rifugiati saranno 450.000 e la necessità di aprire il campo di Ifo II diventa sempre più impellente.

Più di 750.000 somali hanno cercato rifugio nei paesi vicini: la maggior parte si trova in Kenya (circa 400.000) poi nello Yemen (187.000) e in Etiopia (110.000). Un milione e mezzo di profughi è ospitato in campi all’interno della Somalia.