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  • Mercoledì 17 novembre 2010

Traballano i piani di Obama sul disarmo

La sconfitta di Obama alle elezioni di metà mandato mette a rischio la ratifica del trattato START

Il trattato START è un accordo bilaterale sulla riduzione delle armi nucleari sottoscritto lo scorso aprile tra gli Stati Uniti e la Russia. È un aggiornamento del primo trattato START, stipulato nel 1991, volto a ridurre in modo ancora più incisivo il numero delle testate nucleari delle due nazioni, e il loro informarne il resto del mondo.

Prima di entrare in vigore, però, il trattato deve essere ratificato dai parlamenti dei due paesi, e nello specifico dalla Duma in Russia e dal Senato negli Stati Uniti. Operazioni che di norma sarebbero praticamente di routine, se non fosse che negli Stati Uniti l’esito delle elezioni di metà mandato ha complicato le cose per i democratici. Per approvare il trattato servono 67 voti, cioè quelli dei due terzi dei suoi componenti. Sebbene i trattati internazionali sono spesso argomento di facile incontro tra democratici e repubblicani, in questo caso figure molto influenti come Mitt Romney hanno espresso apertamente la loro contrarietà al contenuto del trattato, sostenendo che indebolisce gli Stati Uniti. Ieri un importante senatore repubblicano, Jon Kyl, ha detto che non c’è abbastanza tempo per appianare le differenze e ratificare il trattato prima della fine dell’anno: i repubblicani lamentano l’eccessivo indebolimento per l’arsenale statunitense e chiedono quindi che alla ratifica siano accompagnati investimenti sulla modernizzazione e lo sviluppo di nuove tecnologie militari.

Il vicepresidente degli Stati Uniti, Joe Biden, è intervenuto immediatamente per ammonire che la mancata ratifica del trattato comporterebbe “una minaccia alla sicurezza nazionale”, visto che le due nazioni resterebbero a lungo così all’oscuro delle intenzioni nucleari dell’altra. E si tratterebbe poi anche di un’altra pesante sconfitta politica per il presidente Obama, che sui nuovi rapporti con la Russia e sul disarmo nucleare ha investito un bel pezzo della sua credibilità in politica estera. Intanto nemmeno la Russia ha ratificato il trattato, preferendo aspettare davanti all’incertezza delle scelte del Senato americano.

Se e quando sarà ratificato, il nuovo trattato costringerà i due paesi a tagliare del 30 per cento il numero di testate nucleari in loro possesso, facendole arrivare a 1.550. Sarà ridotto anche il numero dei missili nucleari intercontinentali, dei missili nucleari sottomarini e dei bombardieri equipaggiati al lancio di testate nucleari. Questi risultati dovranno essere raggiunti entro sette anni dalla ratifica del trattato. Al momento della firma dello scorso aprile tra Obama e Medvedev, la stampa statunitense definì l’accordo “ragguardevole”.