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  • Mercoledì 27 ottobre 2010

I disastri dell’Indonesia

Le operazioni di salvataggio sulle isole colpite dallo tsunami sono rallentate dal maltempo

Continuano le operazioni di salvataggio in Indonesia dopo lo tsunami che lunedì ha colpito le isole Mentawai a largo di Sumatra in seguito a un terremoto di magnitudo 7.7. Le autorità hanno confermato che ci sarebbero almeno 272 morti accertati, ma più di 400 persone sarebbero ancora disperse. Intanto ieri anche il vulcano Merapi, sull’isola di Java, ha iniziato a eruttare causando già 30 morti.

Le squadre di salvataggio dirette verso le Mentawai sono state bloccate dal maltempo, che continua a impedire alle barche di attraversare le acque che separano Sumatra dalle isole. Un’imbarcazione della Croce Rossa aveva cercato di partire ieri ma è stata respinta dalle onde. La traversata richiede dieci ore anche con condizioni meteorologiche normali.

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ieri ha espresso la sua partecipazione al disastro che ha colpito l’Indonesia – paese in cui ha trascorso parte della sua infanzia – dicendo che «gli Stati Uniti sono pronti ad aiutare in qualsiasi modo, nel frattempo i nostri pensieri e le nostre preghiere vanno a tutti gli abitanti e a tutti quelli che sono stati colpiti da questa tragedia».

Il terremoto è avvenuto circa 20 chilometri sotto il livello del mare, vicino alle isole Mentawai. Ha creato un’onda di circa 3 metri che ha distrutto o completamente spazzato via dieci villaggi sulle isole. Le autorità hanno confermato che lo tsunami ha distrutto circa quattromila abitazioni e che ora c’è bisogno di tende, coperte, acqua e medicine per quelli che sono riusciti a salvarsi. L’isola più colpita è stata quella di Sud Pagai, dove sono stati rasi al suolo quasi tutti gli edifici. Le piogge forti e costanti stanno rallentando il lavoro degli elicotteri e le macerie rendono difficile la ricerca delle persone rimaste intrappolate.

Nel frattempo ieri il vulcano Merapi ha iniziato a eruttare, uccidendo almeno 25 persone. L’attività vulcanica del monte Merapi si era intensificata la settimana scorsa, e lunedì le autorità avevano ordinato lo sgombero delle 19.000 persone che abitano sulle pendici. Ma molti, soprattutto agricoltori, si erano rifiutate di abbandonare le proprie case. I meteorologi hanno escluso che l’eruzione sia collegata al terremoto ma hanno fatto sapere che c’è forte preoccupazione per la pressione che si è creata intorno a una grossa cupola di lava che si è formata sul cratere del vulcano e che potrebbe scatenare una delle più forti eruzioni mai viste sull’isola. Il Merapi è uno dei vulcani più attivi in Indonesia: dalla metà del sedicesimo secolo a oggi sono state registrate 68 eruzioni. La più devastante fu quella del 1930, con 1.400 morti.