Gay e nazisti, troppa grazia

Esce tra dieci giorni "Brotherhood", premiato al festival di Roma: il regista dice che è "solo una storia d'amore"

di Pietro Salvatori

Nicolo Donato ha 36 anni, di mestiere fa il regista e a dispetto del nome è nato in Danimarca, a Copenaghen, da genitori emigrati. Prima ha fatto il fotografo di moda. Poi una serie di corti, di cui uno per Amnesty International e un altro, Togetherness, passato a Cannes nel 2006. Brotherhood è il suo primo lungometraggio. Parla di una storia d’amore omosessuale nel mondo della destra neonazista danese.

Ma Donatodice di non aver voluto fare un film sui naziskin. “Questo film è soprattutto una storia d’amore fra due essere umani – spiega – Non omosessuali, non nazisti, ma solo esseri umani. Abbiamo lavorato molto con gli attori, per spiegargli che erano semplicemente due uomini che vivono una storia d’amore in circostanze particolari. Non è un film sui nazisti né sugli omosessuali – ripete – è una grande storia d’amore”.

In Italia è stato presentato all’ultimo Festival di Roma, dove, se può valere qualcosa, ha vinto il concorso ufficiale. Il premio ha portato a Donato una certa notorietà.

Entusiasta della pellicola è Movieplayer che parla delle

“scene d’amore girate da Donato con un’eleganza e una aggraziata voluttà degne dei migliori Gus Van Sant e Lars von Trier , quest’ultimo responsabile in parte del film in quanto ‘formatore’ dell’esordiente Donato presso la Zentropa, casa di produzione fondata dal regista di Dogville nel 1992 insieme al produttore Peter Jensen”.

Donato si è documentato sul mondo della destra estrema prima di iniziare il film: “Abbiamo girato nei posti dove veramente si riuniscono i nazisti. Non vi nascondo che un po’ di timore c’era. Poi ci siamo documentati molto parlando con una persona che è stata a lungo un militante nel mondo dell’estrema destra danese: è stato 5 volte in carcere e poi ne è uscito. Ci ha dischiuso il mondo degli usi e costumi dei nazionalsocialisti di oggi”.

La conoscenza del mondo dell’estrema destra è l’asso della manica della pellicola secondo Cinefile:

“vero punto forte del film sta nel modo in cui il regista analizza le società di quel tipo, fondate ovviamente sull’ideologia e la dottrina politica ma anche su aspetti meno conosciuti come il naturalismo di tipo pagano e la dedizione all’alimentazione biologica, rendendo l’omosessualità la conseguenza esplicita di una latenza fatta di continui corpo a corpo, sudore, bisogno fisico di un contatto – indicativamente violento – con l’altro”.

Il pubblico italiano se ne potrà fare un’idea a partire dal prossimo 2 luglio: arriverà in sala in 20 copie. Martedì a Roma c’è un’anteprima.
https://www.youtube.com/watch?v=aOy3hxaejdw