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  • Martedì 11 maggio 2010

C’era una volta in Australia

Il primo ministro Rudd fa retromarcia su politica energetica e immigrazione

C’era una volta un primo ministro australiano adorato dai suoi elettori. Parlava di politiche energetiche rivoluzionarie e della grande sfida economica e morale di una nazione che avrebbe guidato la lotta al global warming. Oggi, per la prima volta dalla sua elezione nel 2007, Kevin Rudd vede crollare la sua popolarità al 45%, perdendo quattordici punti percentuali solo nell’ultimo mese.

Il crollo arriva dopo una serie di decisioni impopolari, in primis quella di accantonare almeno fino al 2013 quel piano contro le emissioni di carbonio (Emission Trading Scheme) che nel 2007 era stato al centro della sua campagna elettorale.

Nonostante la sua bassa densità di popolazione, l’Australia è il secondo paese al mondo per quantità di biossido di carbonio emessa. L’Emission Trading Scheme avrebbe dovuto ridurre le emissioni del 5 per cento entro il 2020, ma ora si è fermato tutto. Un vero e proprio “voltafaccia” secondo il quotidiano australiano newmatilda.com.

Poi è arrivata la retromarcia sulla politica nei confronti dei rifugiati provenienti da Afghanistan e Sri Lanka e negli ultimi giorni l’annuncio di una tassa del 40 per cento sui “superprofitti” delle industrie minerarie, uno dei settori più forti dell’economia australiana. Una decisione fortemente osteggiata dal 47 per cento dei cittadini, secondo gli ultimi sondaggi della Nielsen, molti dei quali possiedono azioni di quelle stesse industrie.

Il Wall Street Journal scrive che gli effetti negativi della nuova manovra fiscale annunciata da Rudd non sono stati considerati a sufficienza:

La nuova tassa potrà servire a recuperare i soldi spesi per i fondi pensionistici e per i tagli delle tasse alle piccole imprese, ma ha mancato un punto centrale: molti australiani possiedono azioni delle industrie minerarie.

A pochi mesi dalle prossime elezioni (si terranno entro novembre), il Labour Party guidato da Rudd deve quindi affrontare una vera e propria crisi di popolarità. I suoi avversari del partito liberale, Tony Abbott e Greg Hunt, ne stanno approfittando, sostenendo che non è un leader credibile. Da Rudd nessuna risposta ufficiale al momento, solo una dichiarazione del Ministro del Tesoro Wayne Swan: “non governiamo in base ai sondaggi, facciamo quello che è giusto per il Paese”.