Cargo cinese si arena nella barriera corallina australiana

Se la nave si spezzasse, carbone e petrolio potrebbero devastare una delle aree protette più grandi del mondo

“La perdita di petrolio è la cosa meno grave che possiamo aspettarci.” Così Patrick Quirk, il direttore generale della Maritime Safety (sicurezza marina) dello stato australiano del Queensland, ha commentato il possibile disastro ecologico che sta avvenendo nelle acque australiane.

La Shen Neng 1, un cargo cinese che trasporta 65mila tonnellate di carbone e 950 tonnellate di petrolio, dopo essere andata alla deriva per 15 km ha colpito alla massima velocità la barriera corallina, arenandosi su una secca al largo della costa orientale del Queensland. La nave è gravemente danneggiata in più parti e il rischio è che possa spezzarsi, riversando tutto il suo contenuto nelle acque che ospitano la Grande barriera corallina australiana, una delle più grandi aree protette del mondo, patrimonio dell’UNESCO e fonte di turismo per l’Australia. Se succedesse, l’Australia e il mondo intero si troverebbero ad affrontare uno dei più gravi disastri ambientali degli ultimi anni.

La Maritime Safety sta facendo il possibile per limitare i danni, ma al momento non sembra che ci sia molto da fare, se non sperare che la nave rimanga intera. La polizia sta intervendo per evacuare i 23 membri dell’equipaggio, che hanno già contattato la Svitzer, una società specializzata per i salvataggi in mare.

Questa non è la prima volta che la Grande barriera corallina viene messa in pericolo, e già da anni i gruppi ambientalisti protestano con l’obiettivo di regolarizzare le navigazioni commerciali a rischio. In merito a quanto accaduto questa notte, le critiche più feroci arrivano dal presidente del Capricorn Conservation Council, scandalizzato dall’assenza di una legge che preveda l’obbligo di un pilota addestrato, in grado di guidare la nave attraverso i 2500 km del sistema corallino.

Anna Bligh, premier del Queensland, ha assicurato che gli equipaggi di emergenza locali sono in allerta, in caso ci sia la necessità di recuperare il petrolio che potrebbe arrivare sulle spiagge. La premier ha poi aggiunto che verrà aperta un’inchiesta per capire come mai la nave si sia allontanata così tanto dalle rotte mercantili.