Ha solo detto la verità

Rileggiamola, la frase di Mario Monti allo Spiegel che fa indignare giornali e politici tedeschi, ma anche alcuni politici italiani di destra e di sinistra compreso qualcuno del Pd: «Se i governi si facessero vincolare del tutto dalle decisioni dei loro parlamenti, senza mantenere un proprio spazio di manovra, allora una disintegrazione dell’Europa sarebbe più probabile di un’integrazione».

Che cosa c’è di sbagliato? Di non vero? Di non rispondente alla realtà dell’antieuropeismo nei parlamenti Ue? E, in particolare, di inesatto o di offensivo a proposito del parlamento italiano, considerando l’esperienza che stiamo facendo sull’affidabilità del centrodestra (Pdl più Lega) tuttora maggioranza alla camera e al senato? Posso capire se a insorgere è un leghista, non stupiscono le reazioni di certi berlusconiani. Ma i democratici? Non sono loro (in particolare quelli più “di sinistra”) che denunciano come in parlamento non si possa più combinare nulla di buono, e quanto siano pericolose le tentazioni populiste ed euroscettiche del Pdl? Non ha costruito Bersani proprio su questa denuncia l’intera sua piattaforma elettorale?

Monti sostiene che i governi devono mantenere un margine di manovra che non dipenda dagli equilibri fra partiti. E infatti, se lui avesse dovuto aspettare una forte mozione unitaria del parlamento italiano alla vigilia del decisivo consiglio europeo di fine giugno, sarebbe dovuto rimanere fermo: la mozione unitaria non c’è stata.

Che aria tiri nel corpo elettorale europeo lo sappiamo bene. Se Merkel seguisse gli umori di Cdu e Spd, per non dire degli altri, sai da quanto tempo avrebbe dovuto mandarci a spasso? Il freddo vento di rancore contro la Ue, e fra paese e paese, dobbiamo accompagnarlo o contrastarlo? E alla fine, le leadership a che cosa servono, se non a guidare processi difficili anche quando non sono immediatamente e totalmente condivisi?
Se la politica e i partiti che ambiscono a riprendere centralità hanno il sangue così diluito nell’acqua, non sappiamo se davvero augurare loro di tornare a vincere.

Stefano Menichini

Giornalista e scrittore, romano classe 1960, ha diretto fino al 2014 il quotidiano Europa, poi fino al 2020 l’ufficio stampa della Camera dei deputati. Su Twitter è @smenichini.