Democrazia 2.x

Ieri un certo numero di persone che stimo molto hanno firmato un manifesto che prende il nome di Democrazia 2.0. Visto che lo trovo in molti punti assai discutibile mi sono appuntato qualche commento:

DEMOCRAZIA 2.0

Per una campagna elettorale trasparente e per una legislatura aperta alla Rete
I firmatari di questo appello sono convinti che il futuro del Paese passi anche attraverso la Rete e le sue straordinarie potenzialità di democrazia.
Chiediamo quindi a tutti i partiti, le liste e le coalizioni politiche, durante la campagna elettorale e, poi, in caso di elezione dei propri candidati:

1. di pubblicare online l’’elenco di tutte le candidature, offrendo a tutti i candidati una piattaforma web attraverso la quale aprirsi al dialogo e al confronto con i cittadini e presentarsi ai propri elettori con il proprio curriculum, le proprie idee e il proprio programma: massima trasparenza e apertura anche alle critiche dovranno essere irrinunciabili principi ispiratori della campagna elettorale online.

Se capisco bene il partito fornisce al candidato una piattaforma web semi obbligatoria di dialogo con gli elettori. Sono contrario, il dialogo con gli elettori è un valore (rarissimo tra l’altro) che non può essere imposto: se ci sei portato bene (e gli strumenti per farlo sono a portata di mano), se non ne hai voglia l’elettore ne trarrà le conseguenze.

2. di dare pubblicità a tutte le riunioni politiche di vertice in live streaming e successiva archiviazione online, perché chi si candida alla guida del Paese non può e non deve avere niente da nascondere ai cittadini.

Frase un po’ sfortunata e molto beppegrilliana. Contrario. E comunque il live streaming come parametro democratico lo trovo piuttosto curioso.

3. di garantire che tutti i candidati si impegnino, se eletti, a consultarsi costantemente attraverso strumenti telematici con i propri elettori, rispondendo settimanalmente online a interrogazioni pubbliche in livechat.

Contrario. Anche qui l’influsso del nefasto totem della democrazia istantanea è ben evidente: non solo irrealizzabile ma anche sostanzialmente inutile. Delle due una. O si fa il Partito Pirata dove gli eletti sono semplici protesi continuative degli elettori o si delega qualcuno e lo si lascia lavorare fino a fine mandato.

4. di impegnarsi nella prossima legislatura perché l’accesso a Internet diventi un diritto fondamentale del cittadino.

Diritto fondamentale dei cittadini può avere molti significati. Occorrerebbe specificare meglio. Io per esempio sono favorevole ad una rete accessibile a tutti i cittadini (uno degli scopi del prossimo governo qualsiasi esso sia) ma sono contrario a dichiarazioni di principio assolute o modifiche costituzionali come quella a suo tempo proposta da Rodotà.

5. di impegnarsi perché la Rete sia davvero neutrale e sia vietato ai fornitori di servizi di comunicazione elettronica ogni genere di attività di network management suscettibile di incidere sulla libertà degli utenti di accedere a ogni tipo di contenuto a condizioni tecniche ed economiche non discriminatorie.

Tutti gli operatori delle TLC oggi fanno, in certe condizioni strutturali, traffic shaping. Non capisco se il punto 5 intenda vietarlo o meno. Io voglio una rete neutrale, ma senza mulini a vento, nel dubbio voto nì.

6. di impegnarsi perché tutti i dati e le informazioni in possesso delle pubbliche amministrazioni siano resi disponibili online, in tempo reale, in formato aperto e con una licenza che ne autorizzi l’uso da parte di tutti anche per finalità commerciali

Finalità commerciali? Contrario.

7. di impegnarsi perché i tribunali (e tutte le autorità svolgenti funzioni giurisdizionali) rendano accessibili ai cittadini, online e gratuitamente,i testi integrali di tutte le proprie decisioni.

Favorevole.

8. di impegnarsi a fare in modo che il diritto d’autore sia, anche in Rete, uno strumento di promozione della creazione e circolazione dei contenuti artistici, culturali ed informativi e non solo un vincolo e un impedimento.

No. Il diritto d’autore non è uno strumento di promozione e circolazione dei contenuti. E’ un diritto temporaneo sacrosanto e unilaterale che tutela gli autori. Deve essere modificato e riformato e insieme a lui vanno riformate le norme sulla condivisione dei contenuti on line che mostrano evidenti i segni del tempo, ma si tratta di due diritti contrapposti, quello degli autori da una parte e quello dei cittadini dall’altro. Il primo è piccolo e importantissimo (n assenza di alternative) il secondo è predominante e universale. Ed in ogni caso si tratta di materia sovranazionale.

9. di impegnarsi a garantire che nessun contenuto di carattere informativo possa essere rimosso dallo spazio pubblico telematico o reso inaccessibile in assenza di un ordine dell’’Autorità giudiziaria.

Favorevole.

10. di impegnarsi nell’adozione delle politiche di governo aperto che vanno diffondendosi in tutto il mondo creando straordinari benefici in termini di trasparenza ed efficienza dell’attività della pubblica amministrazione e di rafforzamento e consolidamento della democrazia.

Molto vago ma favorevole.

Massimo Mantellini

Massimo Mantellini ha un blog molto seguito dal 2002, Manteblog. Vive a Forlì. Il suo ultimo libro è "Dieci splendidi oggetti morti", Einaudi, 2020