Cinque cose a caso che ho imparato in sei mesi di iPad

Prima cosa.
L’iPad io non lo spengo. Alla sera lo metto in carica ma non lo spengo. Quando lo tocco lui si rianima ed è pronto all’uso. Quindi non chiedetemi quanto dura il boot di IOS perché sinceramente non lo so. Questa sembrerebbe una piccola cosa in effetti ma non lo è. A differenza dei computer portatili che vengono accesi quando devono essere utilizzati, iPad lo spegni (io almeno) quando per un certo periodo non prevedi di utilizzarlo. E in questi sei mesi non mi è quasi mai capitato.

Seconda cosa.
Ricordo che molte discussioni dei primi tempi riguardavano il tema “sostituzione”. La tavoletta sostituirà i notebook consentendoci di portare in giro meno peso e molto meno ingombro, zero cavi, mouse ed ammennicoli vari? Immagino che non esista una sola risposta ma la mia è un placido sì. Io uso normalmente il portatile per attività discretamente elementari: per navigare sul web, ricevere mail e soprattutto per scrivere. Per chi scrive molto la tastiera virtuale di iPad è in effetti un po’ punitiva, non tanto per la necessità di abituarsi al tocco, quanto per la gestione rallentata dei caratteri, spalmati su più schermate, e anche per l’insensata mancanza dei tasti freccia, ma può lo stesso sostituire la tastiera fisica di un notebook in buona parte dei casi.

Terza cosa.
Non ci pensiamo spesso ma i cavi ed il resto del contorno dei nostri notebook pesano e ingombrano molto. iPad pesa 730 grammi, facciamo 850 con la custodia, ma è finita lì. Il mio vecchio Powerbook da 12 pollici pesava 2100 grammi, l’alimentatore, cavetti e periferiche varie ne aggiungevano almeno altri 1000, poi gli zaini purtroppo hanno le tasche e le tasche sono lì per essere riempite ed insomma alla fine oggi mi ritrovo a portare a spasso meno di un chilo sottobraccio al posto di 4-5 kg sulle spalle.

Quarta cosa.
Cose che si fanno male con l’iPad. Per conto mio due. Lo schermo è molto lucido e si fatica ad utilizzarlo in piena luce. Purtroppo su iPad lo schermo è tutto, non serve solo per leggere. Inoltre il sistema di raffreddamento è sensibile alle temperature mediterranee e al sole d’estate semplicemente ne blocca l’utilizzo con tedesca autorità. Le attività di scrittura in cui si utilizza molto il copia-incolla (per esempio aggiornare un blog) sono faticosissime: è quella l’unica situazione nella quale sento molto la mancanza di un mouse. L’aggiornamento di IOS alla 4.2 ha leggermente migliorato le cose aggiungendo una sorta di multitasking all’acqua di rose ma mescolare ed incastrare tag e pezzi di testo resta parecchio complicato e fastidioso.

Quinta cosa.
Il punto di forza di iPad per conto mio è che è il primo oggetto che assomiglia ad un computer ma che appartiene alla categoria dell’elettronica amichevole (abbiate pazienza se non l’avete mai sentita, è una categoria che ho appena inventato). Fa cose semplici, le fa per tutti e le fa ovunque. L’accesso all’interfaccia è estremamente intuitivo e chiunque ci si trovi di fronte con un minimo di curiosità impiegherà pochi minuti ad orientarsi. Mentre qualsiasi computer con qualsiasi sistema operativo ha una barriera di ingresso più o meno alta, anche solo per far partire un video, su iPad chiunque impara in un attimo. Sull’onda di questo vantaggio competitivo accade che, col tempo, il suo essere un oggetto amichevole moltiplica le complicità che sviluppiamo nei suoi confronti. È difficile non diventare amico del nostro iPad, anche se non siamo dei tipi sentimentali. Osservo mia moglie leggerci i giornali, mia figlia giocare a Cut the Rope e quello che mi colpisce è che, visto da lontano, non sembra un oggetto nuovo, assomiglia di più ad una sorta di antica estensione naturale. Da questo punto di vista iPad non è un computer, i computer sono interfacce complesse per una utenza minimamente specializzata, fanno più o meno le stesse cose (alcune le fanno peggio, altre molto meglio) ma chiedono indietro un pegno. iPad assomiglia di più alla macchinetta del caffè che ho in cucina. Metti la cialda, esce il caffè. Ma si tratta di un eccitante assai più complicato, che copre uno spettro molto ampio di nostre attività quotidiane. Una domanda usuale e un po’ barbosa in ambiente informatico è sempre stata se la macchina tale, ultimo grido della tecnologia piena di Ram e memorie, facesse anche il caffè. Paradossalmente ora abbiamo la risposta. iPad fa il caffé ma non è una macchinetta per il caffè. E non è nemmeno un computer.

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Massimo Mantellini

Massimo Mantellini ha un blog molto seguito dal 2002, Manteblog. Vive a Forlì. Il suo ultimo libro è "Dieci splendidi oggetti morti", Einaudi, 2020