Di alberi e obelischi

Piazza san Silvestro, a Pisa, si trova a pochi metri a nord dell’Arno, da cui la separa un isolato di case, nella zona est del centro. È una piazza strana, somiglia più a un boschetto che a una piazza: è piccola e occupata da decine di bei pini marittimi che coprono le facciate delle case e ombreggiano qualche panchina e sobrie aiuole.

Piazza San Silvestro ha una storia, a Pisa. Io la conosco bene, perché la mia famiglia a un certo punto è finita dentro quella storia. Franco Serantini, il giovane anarchico ammazzato dalla polizia durante una manifestazione il 5 maggio 1972, viveva nel riformatorio che si trovava in piazza San Silvestro. In quella piazza è stata poi posta una lapide che lo ricorda e in quella piazza si era tenuto il comizio conclusivo della manifestazione di protesta contro l’uccisione di Serantini, dieci giorni dopo. Quel comizio lo tenne mio padre, ed è diventato processualmente famoso perché Leonardo Marino – nell’accusare mio padre di essere il mandante dell’omicidio di Luigi Calabresi – sostenne nel 1988 che quel mandato fosse stato dato in quella piazza, alla fine di quel comizio (cambiando versione mille volte, ma per questo vi rimando alla vetusta e ampia bibliografia).

Dei molti episodi – ignorati dalle sentenze ma entrati nella storia – che renderebbero appassionante quel processo se non fosse che, ce n’è uno di cui gli alberi di piazza san Silvestro sono stati protagonisti. Era successo che uno dei molti testimoni che contraddicevano il racconto di Marino aveva dichiarato di avere ben altri ricordi su quel comizio “in una piccola piazza alberata”. L’accusa cercò allora di dimostrare che la testimone si confondeva e il suo racconto si riferiva a un altro comizio in un’altra piazza (a Massa, giorni dopo), e per far questo sostenne che piazza San Silvestro non fosse alberata. La prima sentenza d’appello accolse questa versione nel confermare le condanne per gli imputati mettendo per iscritto contro ogni evidenza che “piazza San Silvestro non è né piccola né alberata”. L’asserzione era così comicamente falsa – come molte altre, peraltro – che spinse a intervenire il consiglio comunale di Pisa, il quale inviò una mozione alla Corte di Cassazione (che avrebbe annullato le condanne) in cui si faceva presente che piazza San Silvestro ospita 54 pini marittimi.

Poi è andata a finire come si sa. Un giorno bisognerà mettere ordine almeno letterario in tutta quella storia, e anche nel caotico sito in cui quindici anni fa accatastammo molti materiali su quella storia. L’ho riscritta oggi perché oggi ho scoperto questo:

La piazza sta per essere stravolta da un dissennato progetto che prevede il taglio di tutti i pini e l’erezione di un obelisco alto 10 metri dell’artista Ivan Theimer, con conseguente trasformazione della piazza in un luogo di rappresentanza che d’estate diventerà un forno rovente, elegantissimo ma non più fruibile dai cittadini.


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Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).