Ragazzi, fate un passo avanti!

Non tutte le generazioni hanno lo stesso peso nella trasformazione delle cose, sia per capacità propria che per eventi esterni, storici. Forse è solo la mia impressione, che però ho da tempo, ma la generazione degli attuali 20-30 anni mi pare una di quelle generazioni dal peso potenziale importante.

Quello che mi colpisce è la capacità di pensarsi nel contesto di crisi permanente a bassa intensità che sta diventando rivoluzione antropologica e che per noi è appunto concepita nei termini della “crisi” (non intendo solo crisi economica) e che per loro è invece il mondo in cui sono nati e nel quale sanno costruire progetti e trovare un proprio senso. Non sono afflitti dall’individualismo che ha caratterizzato generazioni precedenti e hanno spesso una visione chiara delle loro possibilità e direi dei loro sentimenti. Sanno commerciare con l’irrazionale che sembra caratterizzare questi tempi restando fedeli al proprio baricentro. Soprattutto in quello che ancora a noi appare un caos a volte sconfortante sanno costruire dei mondi ordinati, sensati e commisurati alle possibilità reali. E dai quali possiamo imparare.

Certo c’è chi li vorrebbe stringere tra l’”aspetta il tuo turno” generazionale e il per nulla disinteressato “siete degli sfigati” e anche la tradizionale accusa di superficialità di chi non ha voglia di capire. Ma a me pare che in questa generazione ci siano e si stiano formando delle competenze inedite, un senso del realismo affilatissimo e inclusivo, una creatività diffusa e una voglia, che non ha nulla del velleitarismo, di leggere il mondo nuovo. Ci insegnano già delle cose.

Certamente non sono facilitati, le nostre regole non li aiutano, certi tratti culturali del nostro paese, e certe furberie, tendono a frenarne l’azione. Ma stanno già dando forma al mondo nuovo. Lo stanno già trasformando con la loro percezione delle cose, diversa anche solo dalle generazioni immediatamente precedenti (che si sono formate alle ambizioni, alle aspettative, anche agli affetti, di un mondo molto diverso da quello attuale), e saranno loro in tempi vicini a dar vita alle idee e agli strumenti che ci consentiranno di capire come vivere insieme e in che direzione muoverci.

Sarà forse la mia impressione, la mia esperienza di lavoro con persone più giovani di me (che sono sì giovane, ma già nativo di un mondo che non c’è davvero più), ma a me pare che il peso di chi oggi ha 25-30 anni sarà davvero decisivo e sarà ricco di novità, di idee, di filosofie nuove, di ideologie inedite, di soluzioni impensate. Bisogna solo che assumano la propria funzione storica più incisivamente, che riescano a sfuggire alle trappole che vengono loro preparate e che pretendano di essere se stessi. Che facciano un passo avanti decisivo.

Gianluca Briguglia

Gianluca Briguglia è professore di Storia delle dottrine politiche all'Università di Venezia Ca' Foscari. È stato direttore della Facoltà di Filosofia dell'Università di Strasburgo, dove ha insegnato Filosofia medievale e ha fatto ricerca e ha insegnato all'Università e all'Accademia delle Scienze di Vienna, all'EHESS di Parigi, alla LMU di Monaco. Il suo ultimo libro: Il pensiero politico medievale.