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  • Domenica 22 ottobre 2017

A Riyad non si andava al cinema da più di trent’anni

Questa settimana ci sono state alcune proiezioni e in futuro potrebbero riaprire le sale, nonostante le obiezioni dei religiosi

Tre donne nel pubblico di un festival di cinema, il 20 ottobre 2017, a Riyad (FAYEZ NURELDINE/AFP/Getty Images)
Tre donne nel pubblico di un festival di cinema, il 20 ottobre 2017, a Riyad (FAYEZ NURELDINE/AFP/Getty Images)

Questa settimana gli abitanti di Riyad, la capitale dell’Arabia Saudita, hanno avuto la possibilità di andare al cinema per la prima volta da più di trent’anni. I cinema erano stati vietati negli anni Ottanta, ma ora il governo sta pensando di rivedere la legge e permettere la riapertura di diverse sale, nell’ambito di un vasto piano di riforme che dovrebbe servire a rendere l’Arabia Saudita un paese più moderno. I film sono stati proiettati durante un piccolo festival di cortometraggi nel centro culturale intitolato a re Fahd, nella capitale saudita: il pubblico era comunque diviso, uomini da una parte e donne dall’altra, e al posto dei popcorn si potevano comprare panini e caffè arabo in piccole tazze di plastica.

La proiezione di alcuni film a Riyad è stata un’assoluta novità per la città, più conservatrice di alcuni centri urbani costieri, ma in altre zone del paese si era già cominciato a fare qualche esperimento. Qualche mese fa il governo aveva aperto a diverse nuove forme di divertimento prima proibite, per esempio i concerti. Tra le altre cose, inoltre, alla fine di settembre è stata annunciata l’abolizione del divieto per le donne di guidare. Il piano di riforme a cui fanno riferimento tutti questi cambiamenti fu presentato nell’aprile 2016 e si chiama “Vision 2030”: il suo obiettivo primario è quello di rendere l’Arabia Saudita indipendente dall’andamento dei mercati petroliferi entro il 2030.

Non si sa ancora quando il governo riaprirà i cinema. Potrebbe non essere un processo rapidissimo, anche perché le autorità religiose saudite sono in generale contrarie alle novità proposte dal governo: ritengono che i film siano una minaccia per la cultura saudita e la religione. Il fatto che non ci siano cinema in Arabia Saudita, ovviamente, non significa che i sauditi non guardino i film. Molti di quelli che vanno in vacanza nel Bahrein e a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, spendono parecchi soldi per visitare i parchi divertimenti e vedere i film nei cinema locali.

La riapertura dei cinema sarebbe una buona notizia per i registi e gli altri lavoratori del settore cinematografico, che con tutte le proibizioni imposte nel paese hanno vita difficile da anni. L’Arabia Saudita, comunque, qualcosa ha prodotto. Un esempio è La bicicletta verde della regista Haifaa al-Mansour, il primo film saudita a ricevere una candidatura agli Oscar nel 2013. Del 2016 invece è Barakah Meets Barakah, una commedia romantica la cui prima è stata al Festival di Berlino: lo potete guardare su Netflix.