Ci sono stati manifestazioni e scontri nella parte anglofona del Camerun, 17 persone sono morte

Poliziotti in tenuta antisommossa in una strada di Buea, nel Camerun anglofono, il primo ottobre 2017 (STR/AFP/Getty Images)
Poliziotti in tenuta antisommossa in una strada di Buea, nel Camerun anglofono, il primo ottobre 2017 (STR/AFP/Getty Images)

Nella regione anglofona del Camerun almeno 17 persone sono morte negli scontri tra polizia e manifestanti separatisti, secondo l’organizzazione Amnesty International.

Dei 22 milioni di abitanti del Camerun, il 20 per cento parla in inglese come lingua principale e vive nella regione del Nordovest (la cui città principale è Bamenda) e nella regione del Sudovest (la cui città principale è Buea), che sono vicine al confine con la Nigeria. Nel resto del paese la popolazione parla principalmente il francese: i camerunensi anglofoni si sentono da anni una minoranza discriminata e ultimamente le loro proteste sono diventate più frequenti.

Domenica primo ottobre la polizia ha sparato contro i manifestanti che chiedevano l’indipendenza delle regioni anglofone. Nello stesso giorno l’accesso a internet è stato bloccato in tutta la regione e lo è tuttora; il governo aveva già preso una misura simile la scorsa primavera, quando per tre mesi i cittadini anglofoni erano rimasti senza internet. Negli ultimi giorni anche l’elettricità è stata tagliata ai camerunensi anglofoni. Gli osservatori internazionali hanno chiesto alle Nazioni Unite e alla Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS) di intervenire per contribuire a risolvere la questione.

Il presidente del Camerun Paul Biya (che è il leader politico al potere da più tempo al mondo) ha parlato degli scontri su Facebook scrivendo: «Non è vietato esprimere le proprie lamentele in questo paese. Tuttavia non si può ottenere nulla di buono con gli eccessi verbali, con la violenza e sfidando le autorità».

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