Ieri a Kabul i talebani hanno attaccato l’aeroporto dopo l’arrivo del segretario della Difesa americano James Mattis

L'arrivo di Jim Mattis a Kabul, Afghanistan, 27 settembre 2017
(THOMAS WATKINS/AFP/Getty Images)
L'arrivo di Jim Mattis a Kabul, Afghanistan, 27 settembre 2017 (THOMAS WATKINS/AFP/Getty Images)

Mercoledì 27 settembre almeno sei razzi sono stati lanciati contro l’aeroporto internazionale “Hamid Karzai” di Kabul, la capitale dell’Afghanistan, dove erano atterrati per una visita non annunciata il segretario della Difesa statunitense James Mattis e il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg. L’attacco è avvenuto dopo che Mattis e Stoltenberg avevano già lasciato l’aeroporto. Il portavoce del Ministero degli Interni del paese, Najib Danish, ha detto ai giornalisti che almeno una donna è morta e altri 11 civili sono rimasti feriti durante l’attacco, che è stato rivendicato dai talebani afghani. Dei comandanti talebani, sotto forma di anonimato, hanno anche dichiarato a NBC News di avere degli informatori nell’apparato di sicurezza dell’Afghanistan che li avevano avvisati dell’arrivo imminente di Mattis, e hanno confermato che il loro obiettivo era Mattis. Dopo il lancio dei razzi, tre militanti sono entrati in una casa vicina all’aeroporto: l’operazione della polizia di Kabul è durata sei ore e gli assalitori sono stati uccisi.

Lo scorso agosto, parlando dalla base militare di Fort Myer, in Virginia, Donald Trump aveva annunciato la nuova strategia degli Stati Uniti in Afghanistan, dove gli americani stanno combattendo una guerra che dura dal 2001, la più lunga nella storia del paese. Trump aveva annunciato un aumento delle truppe americane già impegnate nella lotta al terrorismo e la fine della strategia del cosiddetto “nation-building”, cioè del processo di costruzione di uno stato afghano democratico e funzionante.