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  • Mercoledì 3 maggio 2017

Non ci sono prove che la coppia annegata in Abruzzo sia “morta per un selfie”

Lo dicono i carabinieri, smentendo quanto hanno scritto tantissimi giornali

(ANSA)
(ANSA)

Nel pomeriggio di lunedì primo maggio due persone sono morte annegate dopo essere scivolate nel fiume Orta, vicino a Caramanico Terme, in provincia di Pescara, in Abruzzo: dopo l’incidente i giornali hanno scritto che i due si stavano scattando un selfie quando sono morti, ma la teoria è stata smentita dai carabinieri e dallo zio della donna, e non ci sono prove che la sostengano.

Le due persone morte si chiamavano Giuseppe Pirocchi e Silvia D’Ercole, ed erano una coppia di 32enni che era andata a fare un’escursione con i due figli, di 5 e 8 anni, con le due sorelle della donna e con alcuni amici nel parco della Majella. Pirocchi e D’Ercole vivevano a Scerni, in provincia di Chieti, a un centinaio di chilometri dal luogo dell’incidente. Una delle due sorelle ha raccontato che D’Ercole è scivolata una prima volta sulle rocce sulla sponda del fiume, poi si è rialzata ma è caduta di nuovo, questa volta nel fiume. Pirocchi si è tuffato per salvarla, «si sono aggrappati insieme a una roccia e hanno cercato di resistere ma la corrente era troppo forte. Li abbiamo visti inabissarsi e poi non li abbiamo visti più». Pirocchi e D’Ercole erano fuori dal sentiero tracciato nel momento dell’incidente. I loro corpi sono stati trovati a circa 500 metri dal luogo in cui sono caduti nel fiume, e sono stati recuperati con molte difficoltà e con l’aiuto degli elicotteri.

Non è chiaro quale sia stata la prima ricostruzione a citare la storia del selfie, riportata da quasi tutti i giornali, ma i carabinieri di Popoli hanno smentito l’ipotesi dicendo che «non abbiamo elementi oggettivi che possano confermare o far propendere per la teoria del selfie». Anche lo zio della donna morta, che ha saputo della dinamica dell’incidente dalle altre due nipoti, ha negato che i due si stessero facendo una foto. Lo scorso marzo, un ragazzo di 13 anni è morto in provincia di Catanzaro dopo essere stato investito da un treno: anche in quel caso, i giornali avevano inizialmente parlato di un selfie, ipotizzando che il ragazzo volesse scattarlo il più vicino possibile al treno. La polizia ferroviaria aveva poi smentito quella ricostruzione nei giorni seguenti.