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  • Venerdì 24 marzo 2017

La grande mostra dei libri antichi di Milano

Dove potete guardare e anche comprare un volume del Seicento sull'uso della picca, la prima edizione delle "Rime" di Carducci e una lettera di Casanova

La collezione internazionale di inizio Novecento dedicata allo sci 
(Il Piacere e Il Dovere Studio Bibliografico)
La collezione internazionale di inizio Novecento dedicata allo sci (Il Piacere e Il Dovere Studio Bibliografico)

A Milano nel weekend c’è la più importante mostra di libri antichi italiana. La quinta edizione della Mostra internazionale dei libri antichi e di pregio è aperta al pubblico dalle 10 alle 20 di sabato e dalle 10 alle 17:30 di domenica, nel Salone dei tessuti di via San Gregorio 29 e il biglietto di ingresso costa 10 euro. I libri sono in esposizione e in vendita. Molti sono libri illustrati, uno del Seicento parla dell’uso combinato della picca e della spada, un altro è sulle vedute della città di Mantova; molti sono libri d’artisti e designer, dal romanzo disegnato di Max Ernst a un libro sull’artigianato del pittore giapponese Furuya Kōrin, a Baruchello, La Pietra, Mendini; c’è la prima edizione autografata delle Rime di Carducci, un’altra di Clemente Rébora, un libro di haiku di Umberto Saba e una prima edizione di Carlo Porta, naturalmente in milanese; e c’è Lana caprina. Epistola di un licantropo, una lettera scritta nel 1772 da Giacomo Casanova per contestare la naturale passività femminile in materia di amore.

Si può guardare un raro autografo di Napoleone del 1796 oppure Alcune lettere delle cose del Giappone dell’anno 1579 insino al 1581, oppure L’arte de metalli di Giorgio Agricola (1563), antichi trattati di botanica e astronomia e il Recueil général des modes d’habillement des femmes des états de Sa Majesté le Roi de Sardaigne di Antonio Maria Stagnon, una raccolta di costumi femminili popolari sardi stampata nel 1780 di cui si conosceva l’esistenza, ma di cui, fino a oggi, praticamente non esistevano esemplari completi (è uno dei libri più preziosi in mostra, con un valore intorno ai 40 mila euro).

Quello dei libri antichi è un mercato abbastanza misterioso perché non esistono studi di settore e statistiche complessive. La ragione è che le vendite non sono digitalizzate, quindi tracciate e tracciabili. I libri antichi non hanno isbn – il codice a barre che marchia ogni libro in commercio nel mondo – e non sempre è possibile o conviene tenere registri aggiornati di quello che entra ed esce dal negozio. I libri preziosi e molto antichi, inoltre, sono solo una minima parte di un commercio che è molto più vasto e minuto. In Italia i collezionisti puri, quelli disposti a spendere decine di migliaia di euro per un libro, non sono più di qualche migliaio. L’economia  si regge anche su chi compra occasionalmente spendendo cifre modeste.

Dice Marco Cicolini, presidente di ALAI, l’Associazione librai antiquari d’Italia, che organizza la mostra: «Ad Alai aderiscono 103 librerie antiquarie italiane che in totale sono circa 1500. In maggioranza sono a gestione singola o familiare e non trattano soltanto libri preziosi, ma anche libri a prezzi molto contenuto, in media sui 30-40 euro, che vengono venduti anche sui negozi online, da eBay a quelli più specializzati. Le librerie che selezionano solo libri di grande valore sono pochissime».

Le più importanti possono arrivare a un giro d’affari annuo intorno al milione di euro, mentre una media libreria antiquaria fattura più o meno quanto una media libreria indipendente di novità. I libri antichi (o semplicemente vecchi) spesso vengono acquistati in stock, rilevando intere librerie di cui, alla morte del proprietario, gli eredi decidono di sbarazzarsi in blocco senza valutare quello che c’è. È così, quasi per caso, che si possono realizzare gli affari migliori. «Ma i colpi di fortuna sono rarissimi, oggi ancora di più di quando ho iniziato nel 1971», dice Cicolini, che è il proprietario della Libreria antiquaria piemontese di Torino, «a me capitò di trovare una prima edizione del Discours de la méthode di Cartesio in un fondo del Settecento che avevo comprato. Da sola valeva di più di tutti gli altri ottocento libri insieme». Riuscì rivenderlo a circa 50 mila euro, comparato ai prezzi di oggi.