Al Sisi sul caso Regeni: «Ancora non ci credete?»

Il presidente dell'Egitto ha accusato gli egiziani che diffondono «bugie» sul ricercatore italiano torturato e ucciso

Abdel Fattah al Sisi (AP Photo/Thomas Hartwell)
Abdel Fattah al Sisi (AP Photo/Thomas Hartwell)

Il presidente dell’Egitto, Abdel-Fattah Al Sisi, ha rivolto oggi un discorso alla nazione trasmesso in tv durante il quale tra le altre cose ha parlato anche di Giulio Regeni, il ricercatore universitario scomparso, torturato e ucciso al Cairo. Le autorità egiziane non stanno collaborando con quelle italiane nelle indagini – la richiesta italiana di avere accesso a una serie di tabulati telefonici è stata giudicata «illegale» e «incostituzionale» dagli egiziani – e circolano da settimane solidi sospetti che Regeni sia stato arrestato, torturato e ucciso dalla polizia militare egiziana. Al Sisi ha detto che l’inchiesta egiziana su Regeni è condotta con «la massima trasparenza» e ha accusato gli egiziani che diffondono «bugie» su questa storia.

«Ci stiamo facendo male da soli e stiamo mettendo in pericolo l’Egitto», ha detto Al Sisi. Il presidente egiziano ha poi enfatizzato il coinvolgimento della magistratura egiziana nell’inchiesta, citandolo come esempio della credibilità dell’impegno del suo governo. Come riporta il giornale Al Ahram, ha detto poi retoricamente:

«E ancora non ci credete?»