Internet dallo Spazio

SpaceX, l'azienda dell'inventore e imprenditore Elon Musk, inizierà l'anno prossimo i test per irradiare il segnale internet dai satelliti

di Cecilia Kang e Christian Davenport - The Washington Post

Il lancio di un razzo Falcon 9 nel settembre del 2014 (SpaceX)
Il lancio di un razzo Falcon 9 nel settembre del 2014 (SpaceX)

SpaceX, l’azienda spaziale di Elon Musk, ha chiesto al governo degli Stati Uniti il permesso di iniziare a testare un progetto molto ambizioso per irradiare un segnale per le connessioni a Internet dallo Spazio, un passo avanti importante che potrebbe portare a nuova concorrenza tra i principali operatori telefonici. Il piano prevede il lancio di circa 4mila satelliti, piccoli ed economici, che invierebbero il segnale a banda larga in tutto il mondo, comprese le aree più remote e inospitali. Secondo Musk l’iniziativa “permetterebbe di ricostruire Internet dallo Spazio”.

Se dovesse avere successo, il progetto potrebbe trasformare SpaceX – che ha la sua sede ad Hawthorne (California) – da un’azienda che si occupa solamente di lanci spaziali a un enorme fornitore di servizi Internet (provider) che potrebbe fare concorrenza ai più grandi operatori nel mondo sviluppato, ma anche rendere la rete accessibile ai miliardi di persone che ancora non hanno la possibilità di essere online. L’idea di coprire tutta la Terra con un segnale per Internet dallo Spazio ha una lunga storia ed è stata il sogno di diversi ricchi imprenditori, a cominciare da Bill Gates negli anni Novanta. Ma molte di queste iniziative hanno dovuto affrontare ostacoli che Musk sta cercando di evitare: può contare sui suoi razzi e dice che il suo sciame di piccoli satelliti sarà più efficiente e meno costoso da gestire rispetto a un numero limitato di dispositivi più grandi, e più costosi da rimpiazzare nel caso di guasti.

Negli Stati Uniti aziende come Dish Network e DirectTV, per esempio, hanno fatto affidamento per anni su alcuni vecchi satelliti in orbite molto più alte nello Spazio e che possono coprire solo alcune porzioni di territorio. La rete satellitare di SpaceX coprirebbe la Terra in un’orbita più bassa, passando il segnale per accedere a Internet tra i vari mini satelliti in modo da rendere le connessioni più affidabili in un maggior numero di aree. La richiesta presentata alla Federal Communications Commission (FCC), l’ente del governo statunitense che regolamenta le telecomunicazioni, è un primo indizio di come Musk intende muoversi su questo nuovo progetto.

Musk non è comunque l’unico imprenditore miliardario che vorrebbe perseguire un’idea di questo tipo. Richard Branson di Virgin ha avviato una collaborazione con ambizioni simili: entrambi vorrebbero avere successo in un ambito in cui molti hanno fallito. Facebook di recente ha abbandonato il suo piano per la costruzione di un satellite da 500 milioni di dollari che avrebbe offerto connessioni a Internet in giro per il mondo, stando a quanto riportato dal sito di tecnologia Information. E un precedente tentativo da un’azienda chiamata LightSquared per usare satelliti è fallito tre anni fa, nonostante fosse inizialmente sostenuto dalla stessa FCC. All’epoca alcuni funzionari dell’esercito si lamentarono del fatto che quella nuova tecnologia interferisse con i radar utilizzati dagli aeroplani, un problema che però non dovrebbe intralciare i piani di Musk, secondo diversi dirigenti dell’azienda.

SpaceX ha proposto alla FCC di avviare i primi test il prossimo anno. Se tutto andrà per il verso giusto, il servizio potrebbe essere attivo entro cinque anni. I satelliti dovrebbero essere mandati in orbita da uno dei razzi di SpaceX, il Falcon 9. Una volta in orbita, dovrebbero collegarsi a stazioni a terra collocate in tre punti della costa occidentale degli Stati Uniti. Lo scopo dei test è verificare se le antenne utilizzate sui satelliti siano in grado di inviare il segnale per la banda larga senza interruzioni.

Nonostante l’ampia serie di fallimenti nella storia delle imprese legate ai satelliti, imprenditori e aziende continuano a spendere molti fondi nelle comunicazioni satellitari. Google e Fidelity hanno di recente investito un miliardo di dollari in SpaceX, in parte proprio per sostenere il progetto di Internet a banda larga tramite satellite. Un’azienda che si chiama OneWeb, sostenuta dalla Virgin di Branson e fondata da Greg Wyler, ha ambizioni simili: “L’obiettivo di OneWeb è portare tutto il mondo online per migliorare la qualità della vita e incentivare lo sviluppo economico dove è più necessario”, dice Wyler, che è anche coinvolto in O3b Networks, iniziativa che ha già 12 satelliti nello Spazio e che fornisce connessioni a 40 clienti in giro per il mondo.

Alcuni analisti dicono che, anche se questa tecnologia sembra essere promettente, continuano a esserci problemi logistici difficili da superare. A metà degli anni Novanta, Teledesic – un’azienda finanziata da Bill Gates, dall’esperto di comunicazioni senza fili Crai McCaw e da un principe saudita – provò a realizzare un piano simile per utilizzare satelliti a orbita bassa sulla Terra per fornire l’accesso a Internet, ma i costi lievitarono oltre i 9 miliardi di dollari, e alla fine l’iniziativa fallì. I nuovi progetti prevedono l’utilizzo di dispositivi più piccoli ed economici.

SpaceX ha preferito non commentare queste informazioni e i piani presentati per il suo progetto. Anche la FCC non ha commentato, spiegando che la richiesta dell’azienda è in fase di valutazione da parte dei suoi esperti. Lo scorso gennaio, durante un evento organizzato per assumere ingegneri per un nuovo centro di progettazione e produzione di satelliti a Redmond (Washington), Musk ha previsto che il suo sistema potrebbe raggiungere aree remote del pianeta e gestire circa il 10 per cento del traffico Internet nelle aree cittadine e rurali “dove le persone devono ancora fare i conti con gli operatori tradizionali”. Musk ha anche detto che il sistema sarebbe un “vero volano per le persone nelle aree più povere del mondo”, ammettendo che comunque SpaceX dovrebbe ottenere i permessi da ogni singolo stato per rendere attivo il suo servizio, cosa molto complicata se non impossibile in alcuni casi.

Negli ultimi anni SpaceX è passata da essere una specie di startup con obiettivi stravaganti come colonizzare Marte a un’azienda importante per le tecnologie spaziali, che ha rilanciato il business dei lanci con i razzi. È diventa la prima società privata a inviare rifornimenti alla Stazione Spaziale Internazionale e, l’anno scorso, ha ottenuto l’appalto per farci arrivare anche gli astronauti a partire dal 2017. E il Pentagono di recente ha accettato la sua candidatura tra le aziende che si contendono la possibilità di piazzare in orbita satelliti per la sicurezza nazionale.

L’obiettivo principale di SpaceX rimane fare arrivare le persone su Marte, perché per poter sopravvivere, dice Musk, gli esseri umani devono diventare “una specie multiplanetaria”. Sempre nel suo discorso di gennaio ha detto: “Marte avrà bisogno di un sistema di comunicazione. Molto di quello che sviluppiamo sulla Terra in termini di comunicazioni potrà poi essere applicato su Marte, per quanto possa sembrare oggi una cosa da pazzi”.

©2015 The Washington Post