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  • Lunedì 7 ottobre 2013

Il Perù e la coca

Foto di foglie e coltivazioni dal più grande produttore al mondo: è insieme un'antica tradizione e un grosso problema

In this Sept. 25, 2013 photo, a girl plays in a bed of coca leaves, in the village of Trincavini in Peruís Pichari district. Pichari lies on the banks of the Apurimac river in a valley that the United Nations says yields 56 percent of Peru's coca leaves, the basis for cocaine. Coca is central to rituals and religion in Andean culture but in recent decades has become more associated with global drug trafficking. (AP Photo/Rodrigo Abd)
In this Sept. 25, 2013 photo, a girl plays in a bed of coca leaves, in the village of Trincavini in Peruís Pichari district. Pichari lies on the banks of the Apurimac river in a valley that the United Nations says yields 56 percent of Peru's coca leaves, the basis for cocaine. Coca is central to rituals and religion in Andean culture but in recent decades has become more associated with global drug trafficking. (AP Photo/Rodrigo Abd)

Il Perù è diventato nel 2012 il più grande produttore al mondo di coca: coi suoi 156.250 ettari di piante ha battuto il primato della Colombia, che ne ha 120mila ettari. Da molti anni in Sudamerica la produzione di coca è in costante movimento, e questo è uno degli aspetti più esasperanti della cosiddetta “guerra alla droga”: non appena la produzione viene limitata in una regione, aumenta in quella accanto.

Ma la coca, prima di essere trasformata in cocaina attraverso una serie di procedimenti, è prima di tutto una pianta che rappresenta la forma di sostentamento principale per migliaia di famiglie di contadini peruviani: le sue foglie sono conosciute dai tempi degli Inca, sono usate per scopi religiosi e medici e ancora oggi si masticano come rimedio per combattere la fame, il freddo e la fatica causata dalla mancanza di ossigeno delle alte quote. In realtà solo una piccolissima parte di tutta la coca coltivata in Perù è utilizzata per il consumo tradizionale, mentre tutto il resto va a finire nel mercato del narcotraffico.

Le piante di coca crescono soprattutto nelle foreste tropicali delle Ande peruviane orientali. Le foglie vengono raccolte da piante alte almeno 3 o 4 metri e la raccolta avviene tre volte all’anno. Anche per questo motivo i coltivatori resistono alla strategia antidroga portata avanti dal governo, che mira a convincere i contadini a coltivare prodotti alternativi come cacao e caffè: la coca è molto più economica e facile da coltivare e i contadini non devono preoccuparsi di come immetterla sul mercato. Dopo il raccolto le foglie vengono fatte essiccare su dei teloni su terreni argillosi e controllate costantemente, perché non prendano umidità. Dalle foglie di coca, dopo l’essiccazione, si ricava una pasta da cui si estrae la cocaina, con un processo di raffinazione e l’aggiunta di altri elementi chimici. Per ottenere un chilo di cocaina pura occorrono quasi 500 chili di foglie secche.