Per il vescovo di Ragusa lo stato deve riconoscere le unioni gay

Il vescovo di Ragusa Paolo Urso, in un’intervista a Quotidiano.net è intervenuto con un parere coraggioso anche sulla questione delle unioni omosessuali.

Per gli omosessuali la convivenza civile è l’unica soluzione possibile per poter vivere stabilmente una relazione. Non crede che l’Italia abbia bisogno di un riconoscimento normativo per queste situazioni?
“Quando due persone decidono, anche se sono dello stesso sesso, di vivere insieme, è importante che lo Stato riconosca questo stato di fatto. Che va chiamato con un nome diverso dal matrimonio, altrimenti non ci intendiamo”.

Siamo in ritardo sulla tabella di marcia?
“Uno Stato laico come il nostro non può ignorare il fenomeno delle convivenze, deve muoversi e definire diritti e doveri per i partner. Poi la valutazione morale spetterà ad altri”.

Per Il Catechismo cattolico l’omosessualità resta ‘oggettivamente disordinata’.
“La Chiesa fa le sue valutazioni, ma ciò non toglie che deve sempre essere una casa dalle porte aperte, anche per i gay e le lesbiche. Non va confuso il peccato con il peccatore”.