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  • Giovedì 17 novembre 2011

La rivolta del Politecnico ad Atene

Le manifestazioni di oggi in Grecia cadono nell'anniversario di un giorno particolare

17 novembre 1973
Carri armati dell’esercito si preparano a varcare i cancelli del Politecnico di Atene per soffocare la protesta studentesca
(AP Photo/File)

17 novembre 1973
Carri armati dell’esercito si preparano a varcare i cancelli del Politecnico di Atene per soffocare la protesta studentesca

(AP Photo/File)

Trentotto anni fa, di questi giorni, delle grandi manifestazioni di piazza ad Atene contestarono e sfidarono apertamente il regime della giunta militare che governava il paese dal 1967. Le manifestazioni presero inizio il 14 novembre 1973 e si conclusero il 17 novembre, represse nel sangue dalle forze dell’ordine. Nell’anniversario di questa data, oggi in Grecia i movimenti studenteschi sono tornati in piazza, protestando contro quella che definiscono una nuova dittatura, da parte dei mercati, della finanza internazionale e della cosiddetta trojka, Unione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale.

I manifestanti di 38 anni fa in Grecia erano soprattutto giovani, studenti universitari. La giunta militare aveva proibito, tra le molte cose, le associazioni studentesche e le elezioni dei consigli universitari. Negli anni il malumore degli studenti aveva portato a molte manifestazioni di protesta. Nel 1970 uno studente greco si era dato fuoco a Genova, per protestare contro la giunta. Sempre nel 1973, ma a febbraio, un gruppo di studenti aveva occupato la facoltà di Giurisprudenza di Atene e la protesta si era conclusa con l’intervento violento delle forze dell’ordine.

Il 14 novembre gli studenti del politecnico di Atene decisero di proclamare uno sciopero. Occuparono la facoltà e improvvisarono una stazione radiofonica, utilizzando l’attrezzatura dell’ateneo. Il messaggio trasmesso per ore in tutta la capitale diceva: “Qui il Politecnico! Popolo greco, il Politecnico è la bandiera della vostra sofferenza e della nostra sofferenza contro la dittatura e per la democrazia”. In breve tempo migliaia di persone si radunarono attorno al Politecnico. Dopo tre giorni, il 17 novembre, la giunta inviò un carroarmato, che aprì le porte del Politecnico schiantandole e passandoci sopra alle tre di notte. Il governo proclamò la legge marziale e il coprifuoco, spense l’illuminazione in tutta la città e i militari fecero irruzione nel Politecnico. Seguì una notte di scontri e violenze, dentro e fuori i locali universitari.

Il documentario di un giornalista olandese, al seguito degli studenti, mostrerà gli studenti implorare ai soldati di fermarsi, disobbedire agli ordini e disertare. Altri cantavano l’inno nazionale greco mentre i soldati marciavano verso di loro. Ventiquattro persone furono uccise, tutte tra i manifestanti all’esterno dell’edificio, nessuno tra gli studenti all’interno. Tra questi un bambino di 5 anni. Alla caduta della giunta militare si celebrò un processo che si concluse con la condanna a Dimitrios Ioannidis, funzionario militare greco, considerato responsabile del massacro. Utilizzando le rivolte come pretesto, pochi mesi dopo Ioannidis spodesterà l’allora leader della giunta Papadopoulos, considerato troppo morbido. Oggi il 17 novembre in Grecia è vacanza per tutte le scuole e le università. Le celebrazioni più significative si tengono proprio nell’area del Politecnico di Atene.