Woodcockleaks

È impossibile – fatte le dovute proporzioni – non associare quello che sta accadendo con le intercettazioni e i verbali dell’inchiesta Bisignani a quello che succedeva nei primi giorni del Cablegate Wikileaks: in entrambi i casi i giornali si sono trovati tra le mani una massa enorme di documenti e informazioni sui temi più vari con cui riempire ogni giorno pagine e ricostruire storie lontane e diverse, o darne abbozzi. La corruzione in Kazakistan, il siluramento della Busi, Guantanamo, Scaroni e Berlusconi, eccetera. E in entrambi i casi i giornali hanno potuto scegliere se prendere quei documenti, verificarli, fare inchieste, mettere insieme i pezzi, usarli come tracce, trovare altre informazioni, ricostruire, oppure pubblicarli e lasciare che i vuoti si riempissero da soli.

Quando hanno fatto nel secondo modo, è un’altra cosa interessante, si sono fatti aggregatori: selezionando e riassumendo contenuti altrui, facendosi filtro e tramite del lavoro “giornalistico” fatto dalle intercettazioni delle procure. Tutto si sta confondendo, molto.

p.s. poi c’è quel dettaglio che i documenti di Wikileaks erano stati rubati, mentre quelli di Woodcock si sono mossi assai più spontaneamente.


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Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).