Qualche piccola brutta notizia per i Repubblicani

–437 giorni alle elezioni statunitensi
–156 giorni all’inizio delle primarie, in Iowa

presidential seal

È passata un’altra settimana e Donald Trump è ancora lì in testa ai sondaggi tra i candidati Repubblicani. Da quando ho iniziato questa newsletter, scrivo che i sondaggi al momento dicono pochissimo, ma sicuramente condizionano quello di cui parlano i media, la raccolta fondi, la percezione degli elettori e quindi in ultima istanza la campagna elettorale: e inoltre ci avviciniamo al momento in cui avrà senso cominciare a leggere i sondaggi con più attenzione, diciamo da novembre in poi. Ci sono due ipotesi, a questo proposito, di cui vale la pena discutere: non è che Trump sta diventando un candidato vero? E non è che i suoi avversari sono scarsi?

Di cosa parleremo:
– Non è che Bush è scarso?
– Non è che Walker è ancora più scarso?
– Trump sta diventando un candidato vero?
– In Colorado i Repubblicani non faranno le primarie
– Intanto l’economia americana galoppa

Non è che Bush è scarso?
Lunedì Jeb Bush è andato a McAllen, una città sul confine tra Texas e Messico, per parlare di immigrazione. È un tema su cui Bush può avere un vantaggio alle elezioni generali – parla un ottimo spagnolo, sua moglie è una messicana naturalizzata statunitense – ma Trump ha spinto molto a destra la discussione su questo tema alle primarie. E com’è andato l’evento di Bush a McAllen? Sintesi del New York Times: “È stato orribile”.

(continua qui)

Francesco Costa

Vicedirettore del Post, conduttore del podcast "Morning". Autore dal 2015 del progetto "Da Costa a Costa", una newsletter e un podcast sulla politica americana, ha pubblicato con Mondadori i libri "Questa è l’America" (2020), "Una storia americana" (2021) e "California" (2022).