Giudizi strabici

Parliamo di riforme, non di quelle che servirebbero all’Italia perché di quelle sappiamo praticamente tutto, basta guardarsi intorno per rendersi conto cosa ci servirebbe, […] insomma tutto il discorso che da anni sta facendo Silvio Berlusconi insieme ai suoi collaboratori e consulenti, quindi non sto qui a ammorbarvi perché ne sapete sicuramente più di me!

Così ieri Emilio Fede in un editoriale che ha aperto l’edizione serale del suo telegiornale, ovviamente trasmesso su un mezzo il cui proprietario è quello stesso Silvio Berlusconi citato ed elogiato. Ricapitolando: un giornalista che lavora per un esponente politico – e fin qui – e che su un mezzo di comunicazione di proprietà di quell’esponente politico decide di parlare di un problema dell’Italia – le mancate riforme – e indicare come soluzione – guarda un po’ – le idee e le proposte di quell’esponente politico, che poi è anche proprietario del mezzo di comunicazione attraverso il quale si sta rivolgendo al pubblico. Sì, esistono politici che possiedono dei mezzi di comunicazione, grandi o piccoli. Ed esistono giornalisti che parlano in termini entusiastici dei propri editori. Questo è un tipico caso di sovrapposizione dei tre piani: giornalista che lavora per un editore che è anche politico, e che in un editoriale elogia sperticatamente quel politico che è anche suo editore. Giornalisticamente parlando, non si tratta di una gran bella cosa.

(vi ho detto una bugia: non si tratta di Emilio Fede)

(grazie a Filippo Z.)

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Francesco Costa

Vicedirettore del Post, conduttore del podcast "Morning". Autore dal 2015 del progetto "Da Costa a Costa", una newsletter e un podcast sulla politica americana, ha pubblicato con Mondadori i libri "Questa è l’America" (2020), "Una storia americana" (2021) e "California" (2022).