Nursehult: Elena e Foucault

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Il punto sapete qual è? È che non è possibile immaginarvi nudi. Una audience visibile, anche in mutande dico, è contenibile in un dialogo di occhiate a stretto giro. Quella invisibile no. Forse per questo poi quando si scrive su questi sistemi si diventa così auto-referenziali. O edonisti. Entrambi, anzi. Ah, e sarcastici, giusto. E autoimmuni alla critica, tra parentesi (E autoimmuni alla critica, tra parentesi). Io cosa volete che vi dica, sono cinque anni che mando avanti ricerche sul disegno. A volte svirgolo, a volte sono abbastanza in campana da essere sul pezzo. Ogni volta comunque che mi chiedo se aggiornare il blog ecco, non è che mi trovo così sperticatamente convinto che sia davvero così importante da lasciare qui per voi e proseguo. Più che altro ho una paura matta di lasciare qualcosa qui sopra. Pubblicare penso sempre non ferma solo il tempo, anche la persona. Lí, nelle sue convinzioni. È un po’ uno statement: io sono così. Penso così. Faccio le cose così. Voglio apparire così. È dannatamente difficile allora pubblicare qualcosa perché non voglio essere quella momentanea persona lì, la fotografia di un tragitto. Allora ho pensato questo. Sai una cosa Emanuele, te fregatene di quello che pensi, ogni tanto metti delle foto ma almeno tienilo il tempo. Pubblicale comunque. Senza ansie di rendere il mondo migliore; è un blog, mica un trespolo da cui comunicare con Marte. Che poi figurati immaginare pure i marziani in mutande. Ad ogni modo. Il cielo è coperto, è primavera e no, non sono in mutande – per completezza reciproca di informazione, giustamente. Vi lascio questo, giusto per aprire in ritardo la stagione. Saluti dal quarto piano.

ugggi

 

Emanuele Sferruzza Moszkowicz

Mi chiamo Emanuele Sferruzza Moszkowicz, preferisco Em, o Hu-Be. Questo è il mio archivio: www.hu-be.com e questo è un progetto che porto avanti che mi permette di conoscere molte persone: www.scribblitti.com