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  • Martedì 16 gennaio 2018

Le elezioni e la scienza

Nonostante le promesse a ogni campagna elettorale, a dire il vero di solito piuttosto generiche e di rito, sul fare di più e meglio, gli investimenti pubblici per la ricerca scientifica in Italia continuano a essere piuttosto bassi, soprattutto se confrontati con quelli di diversi altri paesi europei. Di ricerca e scienza si parla poco in campagna elettorale, di solito con frasi fatte e generiche, salvo naturalmente non si parli di vaccini dove sembrano essere tutti espertissimi immunologi.

Il gruppo Dibattito Scienza, che ormai raccoglie quasi 5mila iscritti, ha preparato anche per le elezioni di quest’anno dieci domande rivolte ai principali leader e partiti che parteciperanno alle politiche del prossimo 4 marzo. Le domande sono state scelte e poi votate dal gruppo e spaziano dagli organismi geneticamente modificati agli investimenti sulla ricerca, passando per le politiche ambientali e – inevitabilmente – quelle legate ai vaccini.

Nelle edizioni precedenti, l’iniziativa ha ottenuto un buon seguito e soprattutto ha aiutato molti elettori a farsi un’idea più chiara su come la pensano leader e partiti su temi fondamentali, talvolta complicati, ma che ci riguardano tutti e dai quali dipende una parte importante del futuro di ciascuno di noi e del paese.

Le dieci domande preparate da Dibattito Scienza

1. Quale ruolo hanno i dati e le prove scientifiche nell’elaborazione delle vostre proposte politiche? Adotterete strumenti e modalità di lavoro specifiche per favorire l’attuazione di politiche basate sulla scienza?
2. Nel 2016 l’Italia ha investito in ricerca e sviluppo l’1,29% del PIL (dati Eurostat), contro il 2,03% della media UE. Vi impegnate ad aumentare gli investimenti in ricerca, adeguandoli agli standard europei? Quale obiettivo ritenete realisticamente di poter raggiungere e dove pensate di trovare le risorse necessarie?
3. Quali politiche pensate di attuare per stimolare ricerca e innovazione tecnologica nelle imprese italiane? Quali politiche adotterete per spin-off, start-up e per il trasferimento tecnologico da pubblico a privato?
4. Pensate siano necessarie iniziative specifiche per accrescere la cultura scientifica e informatica del nostro Paese? Se sì, quali?
5. Ritenete che il Sistema Sanitario Nazionale debba offrire ai cittadini anche cure e terapie per le quali non vi siano evidenze di efficacia? Ritenete corretto che cure e terapie di non provata efficacia, come i prodotti omeopatici, siano vendute nelle farmacie?
6. Qual è la vostra posizione riguardo alle politiche vaccinali? Ritenete adeguata la normativa attuale? Quali aspetti, eventualmente, cambiereste?
7. Quali politiche pensate di adottare per la riduzione di smog e inquinamento atmosferico in genere?
8. La legge contro il consumo del suolo langue da mesi tra Camera e Senato. Ritenete questo problema una priorità? In che modo intendete gestirlo?
9. Siete favorevoli alla coltivazione di OGM sul suolo italiano? Dal punto di vista della ricerca, siete favorevoli alla sperimentazione, anche in campo aperto, di colture geneticamente modificate, soprattutto alla luce delle nuove tecnologie disponibili?
10. Quali politiche adotterete per la produzione, il trasporto e la distribuzione di energia? Come pensate di conciliare il contrasto ai cambiamenti climatici con un adeguato approvvigionamento energetico del nostro Paese?