La mia storia con Apple Tv

Su una mensola piuttosto in alto, nascosta sotto una scatola di plastica presa in Giappone e piena di dio-solo-sa-cosa di elettronico, c’è ancora la mia prima Apple Tv. L’ho presa con entusiasmo dopo poco che era uscita, a cavallo tra il 2007 e il 2008. Grande come un Mac mini dell’epoca, dotata di un hard disk tipo iPod, l’ho usata per anni in diversi modi (alla fine utilizzavo molto una cosa chiamata FrontRow per vedere film e telefilm sul televisore). Poi a un certo punto, credo verso il 2012, sono passato alla Apple Tv di terza generazione e quindi, nel 2015, alla Apple Tv HD, la quarta generazione che a parte la maggi0re risoluzione è soprattutto tutt’ora compatibile con l’ultima versione di tvOS e del suo App Store. La Apple Tv HD è diventata, fino a una settimana fa, il mio strumento principale di intrattenimento casalingo.

Il fatto è che ho sempre usato un vecchio televisore analogico: schermo piatto della Panasonic serie Viera con risoluzione 720p, cioè Hd Ready. L’avevo preso quasi quindici anni fa, quando ancora di digitale terrestre si parlava solo al ministero delle poste e telecomunicazioni. Alla morte del segnale analogico era per fortuna esplosa l’app economy e la Apple Tv era diventata uno strumento più che ragionevole per soddisfare tutti i miei bisogni (oltre alla Xbox, che faceva anche da lettore Dvd).

I telecomandi delle mie Apple Tv – Foto © Antonio Dini

I telecomandi delle mie Apple Tv – Foto © Antonio Dini

Ho cambiato schermo, passando a un apparecchio privo di decoder (e quindi che non paga la tassa di possesso annuale sul televisore) e che dentro ha Android Tv. Non mi interessa quell’ecosistema ma, siccome il televisore è 4K, utilizzare la Apple Tv HD di sette anni prima era uno spreco. E poi c’era anche la possibilità di provare il nuovo telecomando più grosso e robusto del precedente. Insomma, da una settimana sono passato alla Apple Tv 4K II, appena commercializzata.

Dalla vecchia alla nuova Apple Tv

La prima preoccupazione era la migrazione da una all’altra, perché avevo un certo numero di app sul vecchio dispositivo e due account connessi. La procedura è decisamente semplice: per trasferire le app e alcune configurazioni dalla vecchia alla nuova Apple Tv bisogna usare iCloud sul vecchio apparecchio selezionando “One Home Screen”. Bisogna aprire “Impostazioni” su tvOS e andare dentro il menu “utenti” e “account”, scegliere iCloud e selezionare One Home Screen per attivarlo. A quel punto la Apple Tv mantiene le preferenze su quali app usate e in quale ordine le tenete sullo schermo.

Per far partire la nuova, se avete un iPhone o un iPad “moderno” con il medesimo account iCloud, basta avvicinarlo alla Apple Tv al momento della prima accensione. Il telefono (o il tablet) trasferiscono le impostazioni del cloud (accesso WiFi e account iCloud) e a quel punto ci pensa la Apple Tv a scaricare quello che avevate sul vecchio apparecchio. I contenuti delle app (ad esempio le configurazioni) sono gestite direttamente dai loro account e quindi dovete casomai rimettere le varie password di Netflix, Prime Video, YouTube. Quest’ultimo fra i tre ha la procedura più semplice, Prime Video di Amazon quasi e ultimo arriva Netflix. RaiPlay, di cui tanti dicono meraviglie, a me francamente non sembra niente di particolare. Comunque, non sono iscritto e non lo uso.

Altri dettagli però, tra cui gli screensaver scaricati e soprattutto gli account (se ne usate più di uno), purtroppo non vengono trasferiti.

La confezione della Apple Tv 4K

La confezione della Apple Tv 4K – (Foto © Antonio Dini)

La nuova Apple Tv

L’interfaccia della nuova Apple Tv è identica alla precedente. Anche saltando una generazione non ci sono differenze. Sarà il prossimo aggiornamento di tvOS a dirci se arriveranno cose nuove e per quali generazioni di Apple Tv. Per questo passare dalla 4K I alla 4K II non ha molto senso, a meno che non si intenda sfruttare soprattutto il nuovo processore soprattutto per i giochi e per le risoluzioni video maggiori.

La funzione appena introdotta su tvOS per la calibrazione del televisore (divertente da fare, con l’aiuto della videocamera frontale dell’iPhone come “sensore”) diventa inutile (nel senso che non viene eseguita) se il televisore è compatibile con Dolby Vision. L’unico consiglio da questo punto di vista è dotarsi di un buon cavo Hdmi, tipo 2.0, perché ha la banda passante e l’elettronica per far vedere il “vero” 4K.

Dal punto di vista della performance, l’apparecchio è molto più veloce e fluido della Apple Tv Hd, ma questo può essere dovuto anche al fatto che adesso non si deve più fare upscaling come prima per vedere i vari contenuti su una risoluzione superiore. La novità vera della Apple Tv 4K II, però, è il telecomando.

Ci vuole un po’ a prendere la mano. Li ho provati tutti, incluso quello svizzero che mi sono procurato un paio di anni fa per cercare di ovviare ai principali limiti del telecomando dell’ultima generazione con grande touchpad cliccabile. Invece, il nuovo telecomando di Apple è una gioia. Si ricarica sempre con una presa Lightning (nella scatola c’è il cavetto Usb-C a Lightning) e la durata è ragionevolmente lunga (più di una settimana per adesso, ma durerà qualche mese, a mio avviso). Non ho fatto giochi quindi non so tanto dire la compatibilità da quel punto di vista, ma per il resto l’interfaccia delle app “normali” funziona perfettamente.

Apple Tv 4k con la porta di alimentazione, Hdmi ed Ethernet (Foto © Antonio Dini)

Se avete la lingua impostata in inglese con il tasto laterale potete usare Siri (anche in altre lingue, ma sono più fluido con l’inglese) per “parlare” ad Apple Tv. La presa sul telecomando è salda, il materiale (alluminio) robusto e i pulsanti ben fatti. La nuova touchpad centrata con l’anello a quattro vie che può diventare un comando circolare, in un modo che ricorda molto la ruzzola dei vecchi iPod (pare che sia una citazione esplicitamente voluta dai progettisti), funziona molto bene. Ci vuole un attimo a imparare i “trucchi” (cliccare due volte rapidamente tenendo pigiato la seconda per andare avanti o indietro a x2) ma la resa è sempre fluida.

Quello che non va

Vivo la Apple Tv per Netflix soprattutto, Prime e Tv+ in seconda battuta. Quello che non sopporto è il fatto che ci siano contenuti a pagamento anche se si usano gli abbonamenti (e uno rischia di finirci dentro o di farci finire dentro i bambini) e che la modalità di uso sia piuttosto confusa quando si tratta di cercare un film o un telefilm. Si finisce per trovarlo in servizi che non si posseggono oppure a pagamento, e la frustrazione aumenta. L’interfaccia di YouTube poi è parecchio confusa dal mio punto di vista.

Non so come farei a fare un software migliore per la Apple Tv, ma sicuramente la strada non è quella dei vari “sistemi operativi” dei produttori dei televisori o di Android Tv. Sono abituato ad Apple Tv e al suo miglioramento incrementale, finora non ho sentito il bisogno di passare ad altro.

Quello che va

Adesso la Apple Tv è parecchio integrata con l’automazione di casa. Si può usare come secondo monitor esterno per visualizzare una presentazione senza fili da Mac o iPad e iPhone, oppure per avere un mediacenter con Musica (che potrebbe fare un po’ di più che non solo far vedere i testi delle canzoni: un po’ di psichedelia tipo WinAmp ci starebbe benissimo!), gestire utenze diverse, cosa molto utile in famiglia, e fare un tot di videogiochi usando il joypad della Ps4 o quello della Xbox.

Il nuovo telecomando di Apple Tv

Il nuovo telecomando di Apple Tv (Foto © Antonio Dini)

In conclusione

Ho giocato pochissimo (alla fine mi annoio) e invece ho guardato un bel po’ di contenuti multimediali, anche su YouTube. La cosa che mi sorprende di più è che ha il processore di un iPad Pro 2020, un A12 Bionic (la precedente Apple Tv 4K del 2017, che non ho mai provato, aveva l’A10x). La nuova Apple Tv supporta framerate più elevati, contenuti più “tosti”, Dolby Vision e Atmos e tutti i servizi possibili e immaginabili di Apple (Apple Tv+, Arcade, Fitness, Musica) e degli altri (Netflix, Prime, Disney+, YouTube Tv, tra quelli in Italia). Apparentemente non fa molto di più di una scatoletta di Amazon o Google, con l’ulteriore handicap che manca Siri in italiano e che costa decisamente di più. La mia, per dire, costa 219 euro (è il modello da 64 GB, quello con 32 GB costa invece 199).

Tuttavia, per me Apple Tv è una abitudine che dura da quasi 15 anni e ho la relativa certezza di usare un set-top-box che non mi spia e non cerca di girare a terze parti tutto quello che faccio in soggiorno.

Mi basta? Sì. Se potessi aggiungere una funzione, sarebbe di attaccarci una webcam e trasformarla in uno strumento per fare le videocall di lavoro, ma forse sarebbe scomodo farlo per davvero.

Invece, se le varie app di prima e terze parti cominceranno a sfruttare il processore di questa Apple Tv (e se il sistema operativo evolverà abbastanza) potrebbe riservare delle belle sorprese.

Antonio Dini

Giornalista e saggista, è nato a Firenze e ora vive a Milano. Scrive di tecnologia e ama volare, se deve anche in economica. Ha un blog dal 2002: Il Posto di Antonio