Vincere come a Milano

È tornata a girare, per via di un’intervista di ieri a Repubblica di Giuliano Pisapia, l’idea che la vittoria dell’anno passato del suddetto Pisapia a Milano sia il modello da seguire perché il centrosinistra vinca le elezioni nazionali e crei un sistema di alleanze solido e fertile. E tanta fu la soddisfazione per quella vittoria che al solo menzionarla e immaginare di replicarla, i consensi arrivano diffusissimi.
Ma mi pare che questi consensi trascurino un’analisi più attenta ma anche abbastanza semplice di cosa successe a Milano, l’anno scorso: a Milano il centrosinistra presentò un candidato che – oltre a essere persona intelligente, perbene e capace, tratti preziosi che però hanno valore limitato nelle fortune elettorali – è un uomo moderato, appartenente all’alta borghesia milanese, stimato nell’establishment e nelle sue vecchie generazioni e dai modi e le posizioni rassicuranti per elettori e poteri di centro (e persino con posizioni garantiste condivise a destra e non a sinistra, come quella sulla separazione delle carriere o sul controllo delle intercettazioni): e questo candidato qui, che con collocazioni simili e simili elettorati potenziali se ne potrebbero trovare, si dà il caso sia stato di Rifondazione, e anche eletto al parlamento per Rifondazione, con tutta una serie di consensi e relazioni conseguenti a sinistra sinistra. Così, a Milano, è successa quella cosa che si ritiene impensabile oggi su scala nazionale: che lo hanno votato in tutto il centro e sinistra, per quello che è lui e quello che è stata la sua biografia.
Non è un “modello Milano” ad aver vinto, quindi: ha vinto – in barba alle chiacchiere su “contano i progetti e non i nomi” – il candidato perfetto, e mi sembra unico, allo stato delle cose. Per le elezioni nazionali conviene farsi venire altre idee.


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Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).