Vediamo se il Pdl diceva sul serio

Parlano da mesi solo di pacificazione. Puntavano, dal giorno stesso dei risultati elettorali, sulle larghe intese con gli avversari storici. Si sono impegnati per dare al governo Letta addirittura la durata dell’intera legislatura. Hanno dichiarato totale adesione alla linea indicata dal capo dello stato.
Ora, nel momento per loro obiettivamente più difficile, sapremo se Berlusconi e il suo partito dicevano sul serio.
O se stavano solamente cercando di circondare la Cassazione in un abbraccio buonista per condizionarne le decisioni. Magari sperando che Napolitano desse loro una mano, convinti come sono che i magistrati italiani siano disponibili a uniformarsi ai voleri della politica.

La prova della verità è arrivata perché la linea della difesa nel processo e non dal processo imposta dall’avvocato Coppi e dalle colombe non ha funzionato meglio della tradizionale linea di rottura che era stata in quest’ultimo periodo accantonata.
Le ore per Berlusconi sono drammatiche. All’orizzonte, inevitabile anche se differito nel tempo, c’è il confino agli arresti domiciliari o la destinazione a chissà quali lavori socialmente utili. La condanna per frode fiscale è definitiva e inappellabile. È un tornante fatale, davanti al mondo, per la vicenda umana e politica dell’uomo che ha segnato vent’anni di storia del nostro paese.
Ma sono ore drammatiche per tutta la politica italiana, con una svolta drastica impressa a sorpresa dal Pd pochi istanti dopo la sentenza. Un ultimatum in piena regola ai provvisori alleati di governo. Una provocazione, alla lettera, rispetto alla domanda che ci poniamo sulla sincerità degli intenti moderati dell’ultimo Berlusconi.

Dovendone scrivere a caldo, diciamo che la vera sorpresa stasera sarebbe se l’ormai ex Cavaliere continuasse a seguire le indicazioni di Napolitano, se rispettasse gli impegni presi, se davvero imponesse ai suoi la calma tenendo il quadro politico al riparo da questa mannaia giudiziaria.
Pare davvero impensabile.
E del resto, se anche Berlusconi facesse questo sforzo incredibile, il destino della legislatura non dipende più solo da lui. A sinistra c’è già una fortissima pressione sul Pd perché stacchi la spina a questa alleanza che da difficile sta diventando impossibile. Improvvisamente, da ieri sera, nuove elezioni anticipate sembrano vicinissime e inevitabili.

Stefano Menichini

Giornalista e scrittore, romano classe 1960, ha diretto fino al 2014 il quotidiano Europa, poi fino al 2020 l’ufficio stampa della Camera dei deputati. Su Twitter è @smenichini.