Un paese governato da quattromila pensionati sfigati

C’è un aspetto parziale ma essenziale della vicenda della lobby Carboni – e dobbiamo trovarle un nome e mi rifiuto di usare P3 che supera in fesseria ogni altra invenzione giornalistica di questi anni -, c’è un aspetto essenziale, dicevo, su cui sto riflettendo da quando sono uscite le prime intercettazioni. E non solo io, credo.
Per andare al sodo, ma vi prego non fate quelli che fraintendono, io credo che quando Berlusconi li definisce “quattro pensionati sfigati” non vada tanto lontano dalla verità – da un pezzo di verità – e dalle impressioni di chiunque di noi. Le conversazioni con i suoi interlocutori di questo Pasquale Lombardi su cui non si riesce a scoprire niente (perché forse non c’è niente da scoprire) sono a metà tra Totò-e-Peppino e le canzoni della camorra. Tipi umani mediocri e ignoranti cresciut in ambienti arretrati e traffichini, di cui ci si aspetta di trovarli arrestati per ricettazione di orologi rubati al monte dei pegni.

E invece questa gente parlava con Formigoni, con giudici costituzionali, con sottosegretari, con Verdini e Dell’Utri. E il tentativo della stampa del centrodestra e della politica del centrodestra di sostenere che la loro palese cialtroneria farebbe escludere un reale pericolo e una reale concretezza di manovre fallisce miseramente di fronte all’ospitalità e alla complicità offerta da loro dai potenti italiani. La cialtroneria, aqui, es la regola.

E vengo quindi all’aspetto che mi interessa perché sintomatico di molto di più: le due cose convivono plausibilmente in Italia. Questo è un paese dove persino dei maldestri imbroglioni da mezza tacca finiscono a influenzare le sorti delle istituzioni e del potere. Questo è un paese dove chi occupa ruoli di potere non ha nemmeno lo spessore per tenere alla larga i cialtroni analfabeti e distinguere un grande lobbysta da un ladro di polli (con rispetto parlando per i ladri di polli). Questo è un paese in cui i ladri di polli accedono al potere e trafficano con i governatori e i giudici impomatati: e insieme architettano calunnie a base di “froci”. Un paese in cui il coordinatore nazionale del partito di maggioranza e di governo fa riunioni con i ladri di polli, e con lui il senatore bibliofilo.

E quindi – poi vedremo come andrà a finire – è davvero plausibile che si tratti di “quattro pensionati sfigati” o qualcosa del genere: ma in Italia i colpi di stato riescono a farli persino quattro pensionati sfigati, con la collaborazione di una classe dirigente fatta di qualche migliaio di pensionati sfigati.

Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).