A uccidere 893 detenuti #SonoStatoio

Questo doveva essere il giusto titolo della bella mobilitazione che c’è stata in questi giorni su internet a proposito del caso Cucchi: “A uccidere 893 detenuti #SonoStatoio”.

E già perché, anche se pochi cittadini lo sanno, dal 22 ottobre del 2009, data in cui morì Stefano Cucchi, sono morte fino a oggi 893 persone detenute.
893 persone detenute che hanno perso la vita in circostanze gravi quanto quelle che hanno causato la morte di Stefano Cucchi.
893 persone detenute morte, molte delle quali erano malate e che sono decedute, tra atroci sofferenze, senza ricevere una adeguata assistenza medica. Omicidi colposi (art. 589 c.p.)
893 persone detenute morte, tra cui un numero sconfinato di persone che si sono suicidate. Persone, non solo costrette a vivere nel degrado, ma che sono state abbandonate alla loro disperazione. Persone che si sono impiccate (magari usando i lacci delle scarpe, un pezzo di lenzuolo o delle mutande), senza ricevere un adeguato aiuto e un adeguato controllo. Abbandono di persona incapace (art. 591 c.p.).

Dunque non morti improvvise e imprevedibili. Ma decessi che si potevano evitare. Persone che si potevano e che si dovevano salvare, anche perché affidate alla responsabilità dello Stato per motivi di giustizia. Esattamente come nel caso di Stefano Cucchi.

893 decessi di cui nessuno parla. Una montagna di cadaveri nascosti, occultati da quella che ancora chiamano informazione.
893 decessi che non hanno mai avuto giustizia. Una valanga di delitti che quasi mai sono approdati a un processo e che ancora più raramente sono terminati con una sentenza di condanna. Non più persone, ma fascicoli archiviati dopo un’indagine frettolosa e mandati nel sottoscala di un tribunale.
893 decessi. Anzi, omicidi rimasti impuniti che dimostrano il collasso del nostro sistema penitenziario e che certificano il fallimento del nostro sistema giudiziario. Un sistema giudiziario incapace ad accertare dei reati commessi all’interno di istituti dello Stato e che si fa anche manipolare da una becera informazione. Una becera informazione abile nello scegliere una tra le tante vittime di cui trattare. La più appetibile e, soprattutto, la più vendibile.

Non è un caso che su 893 detenuti morti i mass media parlano solo di Stefano Cucchi, come se fosse morto solo lui. E gli altri? Vengono semplicemente ignorati, ammazzandoli per la seconda volta. Morale. La questione non è limitata solo al caso Cucchi. La questione riguarda altre 893 persone detenute. Il che è ben diverso e più grave. La questione riguarda un intero sistema penitenziario capace solo di infliggere maltrattamenti e uno Stato che non vuole o non è capace di accertare delitti commessi all’interno di proprie strutture. La questione è un’informazione che nega ai cittadini, su questo come su altri temi, il diritto di “conoscere per deliberare”.

No. Non solo Cucchi: “A uccidere 893 detenuti #SonoStatoio”.

Riccardo Arena_0

Riccardo Arena

Riccardo Arena cura la rubrica Radiocarcere in onda il martedì e il giovedì alle 21 su Radio Radicale.