Tre mandati contro tre mandati

L’altra sera c’è stata una buffa conversazione su Twitter tra me e la vicesindaco di Vicenza Alessandra Moretti – adesso curatrice della campagna per le primarie di Bersani – che ora vedo finita persino sul Corriere della Sera (e su Italia Oggi), ma raccontata in modo un po’ parziale, quindi suggerisco la lettura dell’originale, eventualmente.

Aggiungo solo – perché poi su Twitter si sono agitati i bellicosi facendo maggiore confusione – due cose. Una è che io non ho naturalmente niente in contrario a che il segretario del PD si candidi alle elezioni parlamentari, e ci mancherebbe altro.
L’altra è una spiegazione semplice della questione dei tre mandati: che è stata assai dibattuta nel proseguire della discussione su Twitter e che suscita molti dubbi e curiosità.

1. Nello statuto del PD si prevede che non si possa candidare chi ha fatto tre mandati parlamentari, ma anche che sia possibile concedere deroghe, col voto della Direzione Nazionale e con alcuni limiti (contro queste deroghe si era detta Moretti).
2. Pierluigi Bersani è stato eletto tre volte ed è stato deputato per tre mandati parlamentari (era questo in garbata discussione tra me e Moretti: che chiedeva “un passo indietro” a chi ha fatto “tre mandati”: ma non a Bersani, sostenendo ne avesse fatti due).
3. In una recente Direzione Nazionale si è deciso di sostituire il limite dei “tre mandati” (iniziati? completi? “la durata di tre mandati” è stata ritenuta formula ambigua) con uno più esatto di “quindici anni”. Scelta che consente a Bersani di non aver bisogno di nessuna deroga.


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Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).