Ti presento un vecchio amico mio

Oltre a collaborare orgoglioso con Vanity Fair da diversi anni, lavoro in una redazione. Io sono il più vecchio, ma anche tra i ventenni i giudizi sull’opera di Claudio Baglioni si sono rivelati molto vari, quando l’argomento è affiorato per via dell’uscita di un nuovo disco dal vivo (doppio, si direbbe fuori da iTunes) del suddetto Claudio Baglioni. Ci sono alcuni duri e puri che associano Baglioni alla pura svenevole melensaggine – come già avveniva tra i coetanei miei quando eravamo ventenni – e altri che hanno maggiori indulgenze nei confronti delle immancabili melense svenevolezze della vita, che qualcuno deve pure cantare.
Insomma, è nato dibattito, e intanto ci siamo messi ad ascoltare questo nuovo “Per il mondo”: ed è noiosissimo. Arrangiamenti monocorde e totale mancanza di ritmo persino in quelle canzoni che una volta lo avevano, come “Via” e “Quanto ti voglio”. Così la fazione pro-Baglioni si è trovata drammaticamente senza argomenti, e allora abbiamo recuperato il vecchio “Alé-oó” dove “E tu come stai” aveva tutto un altro tiro. Era il 1982, e la fazione duri e puri ha cominciato a sbuffare a temere che io ricominciassi la solfa dell’Italia di Tardelli, e nella confusione è arrivata “Avrai”, e abbiamo tirato fuori gli accendini e i legnetti di cremino da succhiare abbiamo fatto pace.

Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).