Siamo i batussi

Il tema delle parole delle canzoni capite male è diventato tormentone e abusato, da diversi anni, e ce le siamo ripetute mille volte: ma sono sempre divertenti. In inglese ha generato un’ampia letteratura e diversi libri (c’è un nome: mondegreen), qui ne parlammo tanto a Condor (Matteo Bordone ha inventato, credo, il nome: batusso) e io ne scrissi ormai un botto di anni fa innescando allora una specie di tormentone che andò avanti per mesi, in cui ognuno aggiungeva la sua arricchendo il repertorio.

Sarà capitato anche a voi, di avere una musica in testa. Il problema sono le parole. Con le parole, i casi sono tre: le si sanno, non le si sanno e si inventa, non le si sanno ma si pensa di saperle. Questo terzo caso è prodigo negli anni di equivoci che si sedimentano e ci diventano più cari della verità: le parole delle canzoni che abbiamo capito male. Mi spiego con il mio esempio preferito, quello di una mia amica che canticchiava “La luce dell’Est” di Battisti così: “poi seduti accanto in un’osteria, bevendo un brodo caldo che bollìa”.

Tutto questo mi è tornato in mente vedendo ora questo inventivo video che rappresenta i più comuni e diffusi equivoci sui testi di famose canzoni in inglese.


Vedi anche:

Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).