Scusate

Scusate, io adesso chiedo una cosa, anzi due. Perché quando vedo che pure uno bravo e intelligente come Emanuele Macaluso usa contro i sostenitori del rinnovamento della classe dirigente del centrosinistra l’accusa di “mancanza di idee”” o di “progetti”, io faccio due domande.

Uno: a Macaluso e tutti gli altri meno sinceri di lui interessano davvero le idee, i progetti, i pensieri di gente come Matteo Renzi o Pippo Civati? Sicuri sicuri sicuri? Perché loro due, e gli altri nuovi dirigenti del PD, di idee, progetti e pensieri ne hanno esplicitati parecchi finora. Hanno scritto cose, hanno detto cose, hanno fatto cose. Renzi ci sta guidando una grande città, con le sue idee e i suoi progetti. Civati è stato tra i più votati alle elezioni regionali per due turni, con le sue idee e i suoi progetti. A Piombino un anno fa, un gruppo di quei “giovani” ha discusso e diffuso analisi e idee su diversi temi di respiro piuttosto ampio, tipo quelli a cui fa riferimento Macaluso (il documento finale si scarica qui). Poi c’è stato un convegno al Lingotto, molto denso di contenuti e progetti. Ora, a Macaluso si possono andare anche a portare a casa, per rispetto della sua storia e stima del suo giudizio, ma non lo si può fare con tutti. Nessuno è tenuto a studiare scritti e idee e progetti altrui, ma se non lo fa non sostenga che non ci siano. Grazie

Due: resta il fatto di cui ho scritto altre volte dei pesi e delle misure diverse con cui in molti valutano il vecchio e il nuovo. L’asticella per chiunque proponga un cambiamento viene sempre posta ad altezze doppia o tripla rispetto alle richieste che si fanno ai mantenitori dello status quo. La mia domanda è: quali sono i progetti, le idee, eccetera, dell’attuale leadership del PD? Quali sono quelli di Bersani? Qualcuno se lo chiede? Qualcuno glielo chiede? Certo che ci sono, ma in quanti li conoscono? E in quanti protestano che non ci siano? La domanda è retorica. E quindi le contestazioni di cui sopra appaiono piuttosto strumentali, o ingenue.


Vedi anche:

Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).