Sapessi com’è scemo

Umberto Ambrosoli è un’ottima persona, e forse sarebbe stato un buon governatore di Lombardia, di certo migliore di quelli che ha avuto e che avrà. Non è di lui che sto parlando. Sto parlando del maggior partito del centrosinistra che da decenni persegue una testarda e fallimentare strategia ripetuta e declinata in mille occasioni: scegliere nelle elezioni amministrative milanesi o lombarde dei candidati esterni non solo al partito ma persino al centrosinistra esistente (Ambrosoli ne ha persino preso le distanze costantemente) nella pervicace convinzione di ottenere così i voti del centrodestra in una regione e una città in cui la sinistra non ha una grande tradizione di successi.
E ogni volta perde. Perde. Ogni volta. Ogni volta si sceglie candidati che promuove alla posizione più importante, se ne fa pure bistrattare, li fa perdere con umiliazione e li riconsegna all’oblìo e alle memorie dei milanesi che li aggiungono alla lista dei “ma ti ricordi quando ci hanno fatto votare…?”.
Io sono in questa città da 15 anni appena, non pretendo di conoscerla, e mi fiderei del giudizio di un partito radicato e competente. Mi fiderei la prima volta, la seconda e forse pure la terza. Questi però con questo sistema capoccione ci hanno perso sempre: e l’unica volta che hanno vinto – il caso fu irripetibile, certo, ma – è stato con un candidato assai di sinistra, che ora fa il sindaco di Milano.
Oggi invece sono stati capaci di consegnare la Lombardia alla Lega nelle elezioni della sua maggiore débacle di sempre, della Lega. Qui invece ha vinto, contro un candidato che ha imposto di non fare le primarie (di farsele finte da solo, per paura di mescolarsi con “i partiti”) e che ora si aggiunge alla lista di ricordi.
Bisogna essere un po’ scemi, si può dire?


Altre cose:

Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).