Radici quadrate con carta e penna

Sono rimasto molto stupito dal sapere che a scuola insegnano ancora a estrarre le radici quadrate a mano. Una tecnica che per quanto mi riguarda può venire associata agli esercizi di calligrafia, ma che evidentemente ha ancora il suo fascino. A questo punto, tanto vale che in questo piovoso inizio di settembre, prima che la scuola inizi, vi racconti qualcosa su come si calcola una radice quadrata, e soprattutto perché i conti funzionano.

Premessa numero uno: non mi è ben chiaro quando nella vita di tutti i giorni serva calcolare una radice quadrata. L’unico caso che mi viene in mente è stimare la larghezza di un’area fondamentalmente non bislunga se si conosce la sua area: per dire, se un cerchio prodotto dagli alieni in un campo di grano ha area 100 metri quadri, dire che il diametro è di 10 metri invece che gli effettivi 11,28 circa non è un grave errore. Peccato sia più facile misurare un diametro che un’area, quindi non vale la pena di estrarre una radice quadrata. Premessa numero due: il modo di gran lunga più semplice per estrarre una radice quadrata è tirare fuori una calcolatrice. Tutte le calcolatrici, anche quelle da cinque euro, hanno un tasto apposito per un’operazione che nella pratica non si fa mai: scegliete voi se è per abitudine oppure c’è una lobby dei disegnatori del simbolo √. E se la calcolatrice fosse vietata?

(altro…)

Maurizio Codogno

Matematto divagatore; beatlesiano e tuttologo at large. Scrivo libri (trovi l'elenco qui) per raccontare le cose che a scuola non vi vogliono dire, perché altrimenti potreste apprezzare la matematica.