Paulo Coelho scritto piccolo

L’Alchimista (“O Alquimista”, in portoghese) è probabilmente il libro più famoso di Paulo Coelho. Fu pubblicato per la prima volta nel 1988 ed è stato successivamente tradotto in 56 lingue e ha venduto oltre 100 milioni di copie in più di 150 nazioni. Lunedì scorso le circa 175 pagine dell’edizione originale in portoghese sono state condensate in due pagine sole, scritte con un carattere minuscolo e pubblicate sul giornale brasiliano “Metro” (ma anche su dei pannelli alle fermate degli autobus) per celebrare un recente ed importante traguardo raggiunto dal libro, come spiega l’unica parte del testo leggibile senza una lente d’ingrandimento: “L’Alchimista è da sette anni tra i bestseller del New York Times, grazie ai 70 milioni di persone che hanno letto il libro. Se non sei uno di loro, leggi questo annuncio”.

Se vi piace Paulo Coelho, probabilmente apprezzerete anche questa campagna realizzata per lui da Loducca (vi ricordate di Dani Alves, il giocatore del Barcellona, e di quella banana raccolta e mangiata in campo “per sbeffeggiare il razzismo”? Ecco, anche quella era una loro trovata pubblicitaria), un bell’esempio di marketing applicato alla cultura che racconta un pezzetto – piccolo, certo – di un’altra visione dei criteri con cui possono essere promossi e diffusi i libri, criteri che non sarebbe affatto male se fossero presi ad esempio più spesso.

Se invece Coelho lo detestate, allora vi torna buono invece quello che scriveva Chuck Palahniuk in Fight Club, anche se probabilmente non era ai libri che pensava:

«La pubblicità ci fa inseguire le macchine e i vestiti, fare lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono»

Vincenzo D'Aquino

Giornalista, è nato a Napoli ma vive a Pescara, dove dal 2011 è direttore del FLA, il Festival delle Letterature dell’Adriatico.