Pari o dispari?

La segreteria studenti della facoltà di Medicina dell’Università di Cagliari ha rapidamente eliminato la pagina mostrata qui a fianco. Ma sappiamo che la rete non dimentica nulla, e quindi possiamo ancora vedere la copia salvata nell’Internet Archive.

Immagino che la pagina sia stata eliminata a causa delle risate più o meno globali, il che è di per sé ingiusto. La definizione di pari e dispari è corretta. Io avrei evitato di citare come fonte Wikipedia non perché abbia scritto qualcosa di errato – la voce sui criteri di divisibilità è molto controllata, difficile che un vandalismo resti per più di qualche minuto – ma perché Wikipedia non può essere una fonte; è però vero che per una cosa come “numero pari o dispari” è difficile trovare una fonte ufficiale e citabile. Sul numero di matricola avrei infine specificato che si doveva prendere l’ultima parte, ma questo lo si poteva evincere dall’esempio fatto. In definitiva, leggendo la pagina non ci si sarebbe sbagliati, almeno in teoria… Poi sappiamo tutti bene che è meglio non sopravvalutare le capacità cognitive dei lettori.

La cosa più triste, almeno secondo me, è che la segreteria avesse sentito il bisogno di scrivere una pagina con queste specificazioni. Seguendo il principio del minimo sforzo, posso immaginare che la segreteria abbia ricevuto un notevole numero di domande “ma la mia matricola è pari o dispari?” e quindi abbia pensato di metterlo nero su bianco. Quindi abbiamo delle matricole universitarie che non hanno idea della differenza tra pari e dispari. Sappiamo bene che molti medici hanno difficoltà a comprendere il concetto di probabilità condizionata, il che porta a poter fare diagnosi errate; ma si può immaginare e sperare che i curricula universitari vengano modificati per insegnare anche queste cose. Qui siamo molto, molto più indietro, e non è certo una consolazione che le matricole non sappiano nemmeno scrivere in italiano corretto; stiamo sempre parlando di competenze di base che non dovremmo neppure dover verificare.

Ho come il sospetto che i test di ammissione siano da modificare in senso opposto a quanto si lamentano coloro che dicono che non hanno nulla a che fare con quello che si studierà: fosse per me si dovrebbe bloccare a priori chi in tredici anni di scuola non è riuscito a comprendere queste nozioni di base.

Maurizio Codogno

Matematto divagatore; beatlesiano e tuttologo at large. Scrivo libri (trovi l'elenco qui) per raccontare le cose che a scuola non vi vogliono dire, perché altrimenti potreste apprezzare la matematica.